Nuova tecnica per la fibromatosi desmoide
Una nuova tecnica, che funziona, per “congelare” il tumore. Almeno per un tipo di neoplasia, che rende la vita impossibile a chi ne è colpito. Si tratta della fibromatosi desmoide che aggredisce prevalentemente tra i 18 e i 35 anni, soprattutto donne in età fertile
La nuova tecnica
Sono già sei i pazienti trattati all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna con la crioterapia, una tecnica di radiologia interventistica. Si congela il tumore, che necrotizza, e la massa si riduce progressivamente fino anche a scomparire. La tecnica già sperimentata negli Stati Uniti e in Francia.
“Il Rizzoli è il primo centro in Italia”, spiega l’Istituto in una nota, “a utilizzare la crioterapia per curare la fibromatosi desmoide grazie a uno studio clinico del dottor Costantino Errani della Clinica ortopedica oncologica, diretta dal professor Davide Donati, insieme al dottor Giancarlo Facchini della Radiologia diagnostica ed interventistica, diretta dal dottor Marco Miceli”.
“Abbiamo trattato con questa tecnica la prima persona a luglio 2020, a un anno di distanza possiamo dire che i risultati sono sorprendenti”, racconta Errani, “Il paziente, un uomo di 39 anni che soffriva di un dolore debilitante nella zona di crescita del tumore, oggi sta bene e la massa è quasi scomparsa. Questo grazie a una sola seduta di crioterapia”.
Il tumore viene congelato
La crioterapia, o crioablazione, è una tecnica che viene eseguita sotto guida radiologica. Uno o più aghi – ognuno di questi congela un’area di circa 3 cm – vengono inseriti all’interno della massa tumorale e il gas che viene iniettato congela il tumore, impedendogli di continuare ad alimentarsi. La massa quindi necrotizza e si riduce fino anche a scomparire.
Gli studi
“La fibromatosi desmoide è un tumore raro e benigno ma purtroppo può essere fortemente invalidante, ho visto pazienti con severe difficoltà motorie, difficoltà anche a stare in piedi per brevi periodi e colpite da costanti dolori”, spiega Errani, “Fino ad oggi, quando la situazione è grave ed è necessario intervenire, l’opzione migliore risultava un trattamento chemioterapico a basso dosaggio, terapia che però non porta a una scomparsa della massa ma può solamente bloccare il progredire della malattia. La rimozione chirurgica del tumore è poi solitamente sconsigliata perché i rischi di una recidiva più aggressiva sono altissimi. Dai primi risultati di uno studio americano del Memorial Sloan Kettering Cancer Center e di uno studio multicentrico francese è nata l’idea di utilizzare la crioterapia, già in uso per altre patologie, anche per questo tipo di tumore”.
La radiologia interventistica
“Offrire ai malati non solo una valida alternativa a un trattamento aggressivo”, sottolinea il direttore generale Anselmo Campagna, “Per chi è affetto da fibromatosi desmoide oggi il Rizzoli è in grado di farlo. Credendo nelle alte potenzialità della radiologia interventistica, grazie anche al supporto della Regione Emilia-Romagna, con un investimento del Rizzoli di oltre 2 milioni di euro ci doteremo di una nuova apparecchiatura di ultimissima generazione che ci permetterà un più ampio campo di azione nei trattamenti ai nostri pazienti e la possibilità di garantire prestazioni e tecniche altamente all’avanguardia, tra cui crioterapia, termoablazione con radiofrequenza, agobiopsie, sotto guida angiografica/Tac”.