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Sinistra senza bussola

mercoledì, 8 Settembre 2021
1 minuto di lettura

A destra, con poco centro, tre partiti (FdI, Lega e Forza Italia) sommati arrivano nei sondaggi al 47%. A sinistra regna la frammentazione. Il Pd è inchiodato al 18%. I 5stelle al 16%. Insieme sono 12 punti dietro il centrodestra. Per colmare il divario serve la galassia di 5 partiti (Azione, Italia Viva, Sinistra italiana, Articolo 1, Verdi, +Europa) che totalizza un 15%. Sulla carta il centrosinistra supera il centro destra di 2 punti.

Che succederà alle prossime elezioni? Se ci fosse il sistema elettorale a doppio turno il  centrodestra, che è più unito, farebbe man bassa al primo turno. Con il Rosatellum tutto è possibile.

Ma la sinistra, oltre alla frammentazione, ha il problema della rotta. Non c’è. Letta sta con Draghi e vuole l’asse di ferro con i 5Stelle, con elezioni nel 2023. Conte, alleato di Letta, vorrebbe votare in primavera prima che il suo prestigio personale, ancora alto, cominci a declinare. Almeno questo sembra il pensiero di Goffredo Bettini gran sostenitore di Conte. E che dire degli altri? Renzi e Calenda dei 5 stelle non vogliono sentir parlare. Gli altri 3 vanno ciascuno per la propria strada.

Senza una strategia politica comune il centrosinistra, sulla carta in vantaggio, rischia di schiantarsi. Difficile il compito di Enrico Letta che, prima di rivolgersi alla galassia dei 5 partiti, deve tenere unito il suo partito in cui le correnti sono ancora repubbliche autonome.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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