Confindustria insiste con il suo presidente Bonomi: “abbiamo necessità di mettere in sicurezza i luoghi di lavoro”. I sindacati replicano: “Bonomi che se vuole utilizzare il green pass all’interno delle aziende deve caricarsi dei costi dei tamponi e di non licenziare nessuno”. La riunione di lunedì tra i leader sindacali e quelli degli industriali, non ha prodotto grandi risultati. Eppure l’incontro è stato un riavvicinamento, malgrado i toni diretti e polemici raccolti prima della riunione.
“Ci ha invitato a vederci dopo averci insultato tutta l’estate”, ha esordito il segretario della Uil, Bombardieri, parlando del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, ma il sindacalista aggiunge conciliante: “è una occasione per riparlarci”.
Confindustria-Sindacati, cosa si sono detti
“Noi da sempre siamo stati per l’obbligo vaccinale”, ha esordito Bonomi, “ma non possiamo non renderci conto che al momento la politica non sembra trovare una sintesi e quindi abbiamo necessità di mettere in sicurezza i luoghi di lavoro”.
Imprese: i tamponi? Non li pagheremo noi
Bonomi ha confermato la linea degli industriali: “Siamo per l’adozione del green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro e su questo si è aperta una discussione”. Sul costo dei tamponi: “sappiamo che giovedì c’è la cabina di regia del governo, laddove si dovesse decidere, come noi auspichiamo, l’obbligo del green pass all’interno dei luoghi di lavoro e le parti sociali trovassero un accordo su questo, credo che il governo potrebbe pensare di fare un’operazione di utilità sociale e quindi di potersi far carico del costo dei tamponi, che sicuramente non può essere a carico delle imprese”.
Sindacati-Confapi, c’è l’accordo
A comporre la delegazione dei sindacati c’erano i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri. L’incontro si è svolto in due tappe. Nella sede centrale di via dell’Astronomia prima il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e poi quello di Confapi, Maurizio Casasco. Con la Confederazione delle piccole e medie industrie il confronto è stato positivo. C’è una idea di accordo sulla possibilità che a pagare i tamponi siano i cosiddetti “enti bilaterali”, ossia quel sistema di società e di servizi che hanno il duplice ruolo di interfacciarsi con imprese e sindacati. Al termine dell’incontro la Confapi in una nota ha auspicato che “alla luce delle recenti affermazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi, il Governo assuma presto decisioni nella direzione dell’obbligatorietà della vaccinazione così come suggerito anche dal Comitato Nazionale di Biosicurezza, Biotecnologie e Scienze della vita”.
Draghi-Landini, la mediazione
Prima dell’incontro tra sindacati e Confindustria, a sorpresa il leader della Cgil Landini ha incontrato il premier Mario Draghi. Un colloquio durato un’ora e mezza. Un primo effetto ci sarà sul probabile rinvio delle decisioni della Cabina di regia tecnica che giovedì dovrà discutere quali ulteriori settori coinvolgere nell’operazione di estensione dell’obbligo del Green pass e in quali modalità. C’è infatti una nuova disponibilità del Governo di gettare le basi di una trattativa che raccolga le diversi ipotesi presentate dai sindacati e da Confindustria. Possibile che ci sia un imminente decreto legge che stabilisca la obbligatorietà del Pass e nel contempo, per sbloccare la trattativa tra sindacati e industriali, che sia lo Stato a caricarsi del costo dei tamponi. Un compromesso che sarebbe comunque un risultato per tutti, dando al premier il ruolo di tenace riservato costruttore di mediazioni e accordi raggiunti.
Scenari nuovi tra sindacati e industriali
Il riavvicinamento tra Confindustria e sindacati è un primo passo per ricostruire una intesa su temi che vanno molto oltre il Green Pass. Gli argomenti del confronto sono legati a riforme che hanno una gittata molto profonda. A cominciare dalle delocalizzazioni per finire alla riforma degli ammortizzatori sociali. Il tema delle pensioni, la riforma del fisco, della giustizia. Scelte sociali impegnative come una rivisitazione delle norme del Reddito di cittadinanza e l’utilizzo e controllo dei fondi del Piano nazionale di Ripresa.