Ammortizzatori sociali e riforma del lavoro, nuovo appuntamento per l’8 settembre. Per questa data è previsto un incontro ad hoc tra il ministro del lavoro Andrea Orlando e le parti sociali. Il terreno di confronto sarà in salita perché l’idea generale rimane l’universalità del Piano e i costi che finora non sono stati dichiarati. I nuovi ammortizzatori, infatti, dovranno i tutelare tutti i lavoratori con una estensione “universale” a chi è in difficoltà, a chi ha perso l’occupazione, e nel contempo a chi deve essere reinserito.
Piccoli tutelati
Con la novità di includere le piccole e micro imprese nelle tutele. Andrà in soffitta, invece, la Cassa integrazione in deroga. La riforma attingerebbe i fondi attraverso la fiscalità generale. Ed è questo un tema da mettere a punto, perché sarà il Ministero dell’economia a dire quanti fondi avrà in dotazione la riforma. Inoltre anche le imprese anche in parte limitata saranno chiamate ad una compartecipazione.
Assegni e premialità
Gli assegni saranno più remunerativi per i dipendenti, inclusi apprendisti e lavoratori a domicilio. Ci saranno premialità sotto forma di riduzione dell’aliquota contributiva. Per i piccoli imprenditori “virtuosi” che riusciranno a fare a meno del ricorso alla cassa integrazione. Prevista, inoltre, l’introduzione di due nuove causali: “prospettata cessazione dell’attività” e “liquidazione giudiziale”, oltre a specificare che la riorganizzazione aziendale potrà essere invocata anche in caso di “processi di transizione”.
Solidarietà ed espansione
Stando ancora alle premesse contenute nella bozza sarà rafforzato il Contratto di solidarietà, con incentivi e aumento delle percentuali di riduzione dell’orario. Prevista, inoltre, la possibilità di poter applicare il Contratto di espansione, misura molta attesa che prevede l’accompagnare alla pensione i lavoratori più anziani, che dovrebbero essere sostituiti dai giovani.
Fondi bilaterali salvi
Uno degli argomenti della riforma che aveva suscitato perplessità era che le Associazioni di categoria avrebbero dovuto rinunciare alle loro forme di ammortizzatori sociali. Sistemi già rodati che hanno aiutato le imprese e che sono una forte di fiore all’occhiello di molte Confermazioni. Nella bozza dovrebbero essere confermate tutte le prerogative dei fondi bilaterali. Con la copertura obbligatoria che sarebbe assicurata anche alle aziende più piccole, tra uno e cinque dipendenti. Tra le novità il superamento della Cassa in deroga con la creazione di un fondo emergenziale intersettoriale, finanziato con un contributo a carico dei fondi bilaterali.
Imprese, no a costi aggiuntivi
Il dubbio che le riforme sociali abbiamo costi in più per le aziende mette le Confederazioni in guardia. L’idea infatti del Governo è di chiedere una compartecipazione, idea che viene avversata.
“La riforma degli ammortizzatori”, osserva la Confesercenti, “non deve tradursi in un incremento degli oneri per le imprese del terziario e del turismo, che comporterebbe un aumento del costo del lavoro assolutamente da evitare in un momento come questo”.