Dopo lo sgombero del 14 luglio di piazzale Spadolini antistante la stazione Tiburtina a Roma, il presidio umanitario di Baobab Experience si è spostato non troppo lontano, nella vicina via Tiburtina. Questa volta l’occupazione del suolo pubblico da parte dei migranti in transito assistiti dall’Associazione è stato autorizzato da parte della amministrazione capitolina, ma solo per un paio di mesi. L’ordinanza della Presidente del Municipio ha, infatti, consentito fino 31 ottobre l’utilizzo di quello spazio “da parte dell’associazione Baobab Experience ONLUS, in collaborazione con le altre associazioni filantropiche il cui supporto si renderà necessario” affinché possa svolgere attività quali “la fornitura di cibo, di acqua, di vestiario, di generi per l’igiene personale e di prima necessità in generale, nonché di assistenza sanitaria, legale e di mediazione linguistica e culturale”.
Situazione aggravata dal Covid-19
Riconoscendo la funzione umanitaria svolta a Piazzale Spadolini in termini di “unico presidio di assistenza rivolto alle persone in stato di fragilità” – si legge sempre nel documento – nonché di fattore di contenimento del disagio psico-fisico dei senza fissa dimora e di deterrente rispetto al generarsi di situazioni di tensione sociale, l’Ordinanza ne evidenzia il carattere di indispensabilità nell’attuale contesto pandemico, a tutela della salute dei soggetti assistiti, fortemente vulnerabili, e della salute pubblica tutta. Una importante presa d’atto da parte delle Istituzioni che non hanno offerto alcuna alternativa in termini d’alloggio alle persone in stato di fragilità e vulnerabilità allora sgomberate. Difatti, quelle stesse persone che gravitavano intorno a Tiburtina Est hanno continuato a restare in zona, solo qualche metro più in là delle fioriere anti-uomo con cui l’amministrazione ha scelto di arredare la città e delimitare il perimetro off-limits.
I volontari al posto delle Istituzioni
Consapevoli che lo smantellamento del presidio di piazzale Spadolini, così come di quelli precedenti, senza la presa in carico istituzionale delle persone sgomberate, non avrebbe certo risolto il problema degli stranieri che passano per Roma verso l’Europa continentale e il nord Europa lungo la Rotta mediterranea, i volontari hanno continuato nella quotidiana attività di accoglienza dei migranti aventi diritto, ma esclusi dal circuito capitolino, fornendo al contempo supporto materiale, medico-psicologico e legale ai rifugiati e richiedenti asilo costretti alla strada. Il punto è che la tutela dei rifugiati dovrebbe restare una funzione prioritaria ed essenziale degli enti locali in particolare e della politica più in generale. Per ora, per quel che riguarda la situazione romana, non sembrerebbero voler mettere in campo alcuna soluzione alternativa e stabile alla marginalità in strada legata al fenomeno migratorio, lasciando ai cittadini di buona volontà la responsabilità. E ci si chiede cosa succederà alla scadenza dell’Ordinanza.