Quindici milioni di italiani, circa il 25% della popolazione, soffrono di malattie della pelle. Patologie come dermatite atopica, psoriasi e tumori cutanei sono sempre più diffuse, anche a causa dell’ambiente e del progressivo invecchiamento dei cittadini. “Sono 3000 le patologie della pelle: infiammatorie, autoimmuni, allergiche, degenerative, tumorali e infettive – spiega Piergiacomo Calzavara-Pinton, Presidente SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse) -.
La nostra specialità sta vivendo un momento rivoluzionario con l’introduzione di nuove procedure diagnostiche e di farmaci innovativi che negli ultimi 20 anni hanno radicalmente cambiato l’approccio a queste malattie.
Si è passati da una dermatologia in sordina, in cui disponevamo di mezzi impropri per la cura della psoriasi, dell’eczema e di patologie più gravi a innovazioni in grado di trasformare il panorama dell’intera medicina. Oggi la nostra specialità emerge per la sua capacità trainante e nella sua meritata centralità”.
Circa il 10% della popolazione italiana soffre di malattie infiammatorie della pelle, come dermatite atopica e psoriasi.
E non va sottovalutata la percentuale, bassa ma decisamente rilevante in numeri assoluti, di casi in cui queste patologie causano inabilità e gravissima sofferenza fisica. “Le biotecnologie – sottolinea Ketty Peris, Consigliere SIDeMaST – hanno rivoluzionato le terapie delle malattie infiammatorie.
La psoriasi da tempo viene curata con numerosi farmaci biologici efficaci, ora anche la terapia della dermatite atopica include una varietà di farmaci biotecnologici che spaziano dagli anticorpi monoclonali alle small molecules.
Un tempo questi pazienti, sapendo che non erano disponibili terapie realmente efficaci e che probabilmente non sarebbero riusciti a risolvere il loro problema, finivano con il rassegnarsi e non chiedevano più il consulto dal dermatologo, con una conseguente sottostima del numero dei casi.
Ora alla luce dei progressi della terapia, aumentano il numero di visite e i casi diagnosticati, soprattutto nella dermatite atopica, in cui sappiamo che l’interazione fra genetica e ambiente gioca un ruolo importante.
La ricerca deve andare proprio in questa direzione per svelare il peso dell’ambiente nell’origine di queste patologie”.
La figura del dermatologo oggi assume un’importanza decisiva, anche in fase di diagnosi e terapia dei tumori della pelle. “Sono disponibili farmaci immunoterapici e a bersaglio molecolare nel trattamento del melanoma metastatico, con il loro utilizzo anche nella terapia adiuvante del melanoma, cioè dopo l’intervento chirurgico – afferma Maria Concetta Fargnoli, Segretario SIDeMaST -.
Per quanto riguarda i tumori non melanoma, un’importante prospettiva è costituita dall’introduzione dell’immunoterapia nelle forme avanzate e metastatiche del carcinoma squamocellulare, che fino a oggi era privo di terapie efficaci. Va inoltre evidenziata l’elevata prevalenza delle cheratosi attiniche, caratterizzate da lesioni, spesso multiple, che si formano sulle zone foto-esposte, per esempio sul volto o il cuoio capelluto nelle persone calve, che possono evolvere in un carcinoma squamocellulare invasivo. Maggiore e’ il numero delle cheratosi attiniche, maggiore è la probabilità che si formi un carcinoma squamocellulare, talvolta anche molto aggressivo.
Poiché non possiamo prevedere quale lesione progredisca, devono essere trattate tutte: si parla di terapia di campo.
Negli ultimi 3-4 anni, sulle cheratosi attiniche c’è stato un crescente interesse ed abbiamo in questo ambito molti nuovi approcci terapeutici”.