Contraddizioni e norme da interpretare. Così la Uil Scuola giudica l’applicazione del Green Pass per il personale scolastico. Nel mirino del sindacato una circolare che il Ministero ha inviato a tutti i dirigenti scolastici con le informazioni che riguardano l’obbligo del possesso e il dovere di esibizione della certificazione Covid per tutto il personale scolastico. “La nota tratta del come i dirigenti scolastici dovrebbero verificare la certificazione verde. Il punto è che”, osserva il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, “alla vigilia dell’apertura ufficiale dell’anno scolastico, non sapendo ancora dare indicazioni gestionali sull’utilizzo del green pass a scuola, si limita a dare informazioni e suggerimenti”.
Certificato di impotenza
Per la Uil le circolari non chiariscono i problemi ma creano altri dubbi interpretativi. “Il problema è spostato in capo alle scuole che”, sottolinea ancora Turi, “stanno facendo a gara per trovare procedure che limitino le
responsabilità e diano una parvenza di gestione organica. La circolare è una sorta di autocertificazione di impotenza, un coacervo di contraddizioni normative”.
Scuola, settore diverso
La presa di posizione della Uil è una rivendicazione del ruolo diverso che la scuola riveste rispetto ad altri settori. “Ora bisogna uscire dal pantano in cui è stata messa la scuola. Il meccanismo standard del green pass non è adatto alla scuola”, spiega il leader della Uil Scuola, “non ci sono avventori, non è una pizzeria, né
un teatro, né una rete di trasporti. Ci vuole rispetto e certezza dei diritti invece”, osserva ancora Turi, “assistiamo alla cocciuta contrapposizione ideologica voluta da alcuni settori politici, e anche sindacali, che bocciando ostinatamente, con una capriola politica il protocollo d’intesa, dovranno assumere le rispettive responsabilità”.
Meglio i tamponi
Cercare soluzioni di buon senso ed efficaci. Questo auspica la Uil Scuola. “L’utilizzo”, conclude Turi,”dei tamponi genici, magari a basso costo come quelli salivari, con oneri a carico delle scuole – che hanno le risorse per farlo – non avrebbe risolto interamente il problema, ma almeno avrebbe avviato l’anno scolastico.
Ora attendiamo di conoscere le misure del Dpcm”, conclude l’esponente della Uil, “perché l’attuale quadro normativo è inapplicabile, ingestibile. La buona volontà delle scuole e delle persone, è la speranza del
ministero per il riavvio del nuovo anno scolastico mentre servono scelte e soluzioni e non consigli”.