I visionari di Ventotene – Spinelli, Rossi e Colorni – hanno sognato per primi un’Europa federale di popoli e stati. Se avessero trovato ascolto, avremmo oggi anche un’unica politica estera e di difesa
Invece l’Europa non parla mai con una sola voce nelle sedi internazionali, non ha un apparato militare e questo la rende una spettatrice irrilevante nel gioco delle grandi potenze.
Ha fatto bene Mattarella a richiamare i 27 a dotarsi di strumenti diplomatici e militari unificati. Senza di essi i 27 non conteranno mai niente nello scacchiere internazionale.
L’Europa non deve e non può sostituirsi agli Usa , ma deve pesare di più nelle decisioni comuni delle due sponde dell’Atlantico per fare da efficace contrappeso all’espansionismo cinese e russo.
Quando fu creato l’euro si disse che era il primo grande pilastro di una casa comune più robusta. Il passaggio successivo non poteva che essere la politica estera. C’è l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza , ma non ha poteri reali. Nelle rare volte in cui si adottano posizioni comuni, esse non sono supportate da norme vincolanti per i 27 nè sostenute da un apparato militare con unico comando europeo. La miopia delle classi dirigenti politiche dei Paesi europei è il paradigma dell’autolesionismo: ognuno vuol fare da solo e s’illude di contare di più e invece si condanna all’irrilevanza.