sabato, 29 Marzo, 2025
Economia

Ammortizzatori sociali. Confesercenti: fondo di integrazione salariale no stangate sulle imprese

Il dubbio che le riforme sociali che il Governo ha in cantiere avranno costi in più per le aziende si fa strada. Un sospetto che non piace alle imprese che avvertono. “La riforma degli ammortizzatori”, osserva la
Confesercenti, “non deve tradursi in un incremento degli oneri per le imprese del terziario e del turismo, che comporterebbe un aumento del costo del lavoro assolutamente da evitare in un momento come questo”.

La presa di posizione è stata ribadita dalla Confederazione al ministro del lavoro Andrea Orlando che ha istituito un tavolo tecnico per la messa a punto della riforma degli ammortizzatori sociali. Un percorso che è agli inizi che dovrà essere concluso per fine anno.

Il timore che le piccole imprese del commercio in alcuni settori sono a rischio di chiusura e dopo un anno di ristrettezze e chiusure, la ripresa appare difficile. La Confesercenti teme che un sovraccarico di spese sarebbe impossibile da sostenere. L’impianto generale degli ammortizzatori sociali tuttavia in un modo o nell’altro dovrà prevedere un impegno finanziario delle imprese.

“Sarebbe una stangata, del tutto ingiustificata”, contesta la Confesercenti, “terziario e turismo, grazie al Fondo di integrazione salariale (Fis), si sono sempre dimostrati ampiamente capienti nei
periodi ante-Covid.

Noi condividiamo il principio dell’Universalità e l’idea di un ammortizzatore unico, ma crediamo anche che la riforma debba declinarli nel rispetto delle differenze tra i vari settori d’attività economica”.

L’idea di tutele uniche in generale viene ritenuta utile, ma la Confesercenti più che studiare nuovi percorsi propone di attuare ed estendere proprio il Fondo di integrazione salariale per tutte le imprese di turismo e terziario. “Si potrebbe e dovrebbe universalizzare il Fis”, insiste la Confesercenti, “delineando così un ammortizzatore unico per commercio, servizi e turismo.

Uno strumento da estendere con la prudenza e la gradualità suggerite da una crisi pandemica ancora preoccupante, e in grado di rispondere alle esigenze settoriali e dimensionali, garantendo coperture adeguate senza oneri insostenibili”, conclude la Confederazione, “soprattutto per le microimprese. L’auspicio è che il confronto prosegua prendendo in considerazione questi temi”.

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