Nel 2017 il 12,4% degli occupati nella classe d’età 20-29 anni era a rischio povertà. Si tratta di circa 330.000 persone, in crescita rispetto al 2016 di circa 10.000 unità. L’incidenza del rischio risulta più accentuata tra gli occupati che svolgono un lavoro in forma autonoma o indipendente (18,1%), rispetto a chi lavora alle dipendenze (11,2%). Il rischio di povertà tra le persone con meno di 14 anni aumenta di quasi 5 punti percentuali, passando dal 20,4% al 25,1%. Fra i 15 e i 24 anni si osserva una incidenza ancora maggiore, con un incremento in termini percentuali di quasi 6 punti: un giovane su quattro è a rischio povertà, condizione questa che si riduce fra gli individui nella classe d’età 25-34 anni (poco sopra il 20%) e soprattutto tra gli anziani con almeno 65 anni (17,1%). E’ quanto emerge dai dati del 52° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese.
Sono 163.000 nella classe d’età 25-34 anni i sottoccupati (il 4% degli occupati), pari al 23,5% dei sottoccupati complessivi. E gli occupati in part time involontario sono 16 su 100 giovani occupati di 25-34 anni, ovvero 675.000 persone (il 24,3% di tutti gli occupati con part time involontario). Sono 425.000 i liberi professionisti under 40 nel 2017, con una riduzione di circa 8.000 unità rispetto al 2016 e 22.000 in meno dal 2013. Sul totale degli occupati, la quota dei professionisti under 40 resta ferma ormai da tre anni al 5,4%, mentre si porta al 30,4% sul totale dei liberi professionisti (6 punti percentuali in meno rispetto al 2010 e quasi 11 punti se si confronta il 2017 con il 2006). Nell’ultimo anno la variazione dei giovani liberi professionisti è stata del -6,1%, contro una riduzione del 27,3% degli occupati nella fascia d’età 15-39 anni. Nello stesso periodo i liberi professionisti sono cresciuti del 27,3%.