Non solo. Il piano italiano, denunciano i Verdi, prevede, al 2030, una riduzione delle emissioni di CO2 del 51%, mentre la legge sul clima approvata dall’Europa, già molto cauta, si prefigge l’obiettivo del 55%. “C’è una riduzione degli investimenti sulle energie rinnovabili, con la previsione, al 2026, di soli 4,2GW, una potenza installata sufficiente per coprire meno di un anno di crescita per il raggiungimento dei target europei da qui al 2030. Servirebbero 5-6 GW all’anno fino al 2030”.
Bonelli ed Evi tornano, poi, ad accendere un riflettore sulle criticità del trasporto pubblico, unica alternativa all’inquinamento delle città: “Sono previsti 240 km di nuova rete attrezzata suddivisa in 11 km di metropolitane, 120 km di filobus, 85 km di tram e 15 km di funivie. Questi interventi, che saranno distribuiti nelle maggiori città italiane, sono sufficienti solo per una città come Roma. Non possiamo dimenticare che l’Italia dispone solo di 5,3 km di rete tramviaria per milione di abitanti a fronte degli 11,7 Km della Francia e dei 23,3 km della Germania. Nel nostro Paese, abbiamo 234 km di linee metropolitane quando la sola città di Madrid ne ha 290 e la Germania 630. Il ritardo infrastrutturale dell’Italia nel trasporto pubblico rispetto all’Europa è pesante e incide fortemente anche sulla vivibilità delle nostre città, sull’economia e sulla salute. Secondo l’ultimo report dell’Agenzia europea per l’ambiente in Italia lo smog provoca oltre 84 mila decessi l’anno, un’emergenza sanitaria dimenticata”.