venerdì, 15 Novembre, 2024
Politica

La concretezza del buon Governo. Draghi ridà dignità alla politica e accelera la fine del populismo

L’Italia si sta riprendendo da una pericolosa sbornia generata da un cocktail micidiale: sovranismo, demagogia, giustizialismo, antieuropeismo, populismo e anti politica. Il Paese ha corso rischi enormi, ma il vento è cambiato e Draghi accelera la liberazione anche dal populismo, adottando politiche razionali e ridando credibilità alle istituzioni e alla politica.

In apparenza sembra una contraddizione: il governo guidato da una personalità estranea a partiti e schieramenti sta riportando la fiducia degli italiani nella politica. Ce n’era bisogno. Una politica litigiosa, fatta solo di contrapposizioni frontali senza dialogo né proposte costruttive, corrosa dall’inerzia nelle decisioni indebolisce la democrazia. Il clima inquinato da predicazioni demagogiche  e da una serie di visoni distorte della realtà stava portando l’Italia verso un precipizio.

 

L’ITALIA DEL 2018, UN INCUBO
Vi ricordate il clima  della campagna elettorale del 2018 e dei primi mesi di questa legislatura?
Dominava l’ostilità all’Europa, si prefigurava l’uscita dall’euro, il Parlamento veniva considerato una scatoletta di tonno, poca cosa rispetto alla confusa democrazia diretta della, poi odiata ,piattaforma Rousseau. Una ventata di giustizialismo sembrava voler mettere le manette al posto della bilancia come  dell’applicazione della legge. Le opere pubbliche erano considerate una  invenzione del diavolo a favore dei corrotti  e per  violentare l’ambiente; con questo spirito la sindaca di Roma aveva rifiutato le Olimpiadi.  Lo sviluppo economico era descritto come un male cui preferire la famosa decrescita felice, felice solo per i ricchi populisti. Di fronte ai problemi dell’immigrazione irregolare era stata sollevata un’ondata  xenofoba che  aveva fatto precipitare l’Italia nei gradini più bassi tra i Paesi civili.

 

LA TEMPESTA PERFETTA DELLA DEMAGOGIA
Decisioni squinternate venivano sbandierate come  vittorie epocali niente meno che sulla povertà. Nasceva una stagione di politiche disordinate e confuse, a volte animate da buoni sentimenti ma con risultati devastanti. Nel frattempo dei due partiti di governo uno, la Lega era legato da amorevole amicizia con il partito di Putin e l’altro ,i 5 Stelle, adorava la Cina con cui stringeva accordi capestro a favore della Belt and Road Initiative. Sembrava che l’Italia si fosse infilata in una tempesta perfetta, di quelle che non lasciano scampo e trasformano un Paese nella brutta copia di se stesso.

Gli eccessi di Salvini svegliarono il Pd dal sonno dogmatico e misero sull’allerta i 5 Stelle :i due partiti nemici per la pelle decisero di deporre le armi ed allearsi contro Salvini.

 

LA RETROMARCIA
Nacque così il Conte 2 un governo che cominciò ad abbandonare alcune pericolose derive sovraniste ed antieuropeiste. C’era tanto da demolire del vecchio impianto e la pandemia ha  contribuito ad accelerare la revisione di politiche scellerate. Poi è venuto Draghi che ha imposto la politica della concretezza delle decisioni rapide senza pastrocchi e senza cedimenti a ricatti di questo o quest’altro partito.

 

LA CURA DRAGHI, FINE DELL’ANTIPOLITICA?
Draghi ha riportato l’Italia saldamente in Europa e nel rapporto indispensabile con gli Stati Uniti allontanandola dai “dittatori”. Ha ridato impulso alla nostra presenza del Mediterraneo, ha impostato in 3 mesi riforme strutturali che l’Italia aspettava da 30 anni. Ha messo la parola fine all’impostazione giustizialista ottenendo il si anche dei 5 Stelle, un miracolo.

Al neo presidente del Movimento Conte, Draghi ha offerto il guanto della pace elogiando lo spirito che sta alla base del reddito di cittadinanza che potà essere riformato alla luce di quel (tanto) che non ha funzionato ma senza buttare via con l’acqua sporca anche il bambino. Draghi affronta le tematiche sovraniste populiste , giustizialiste senza nulla concedere ma con onestà politica e intellettuale.

Al posto di vuoti comizi e anatemi Draghi propone politiche concrete convincenti  e, forte della sua autorevolezza, non si cura degli eccessi polemici e della propaganda: bada al risultato. E il risultato principale è che con questo governo non c’è spazio per antieuropeisti, sovranisti, amichetti di regimi autoritari, xenofobi, manettari,  demagoghi da strapazzo, massimalisti e chiacchieroni.

Il populismo arretra su tutti i terreni. L’antipolitica sta  lasciando il posto alla credibilità delle istituzioni e degli stessi partiti che, dimostrando lealtà al Governo, ammettono di essere ancora in grado di anteporre l’interesse nazionale a quelli di bottega.

Quanto è cambiata, in meglio, l’Italia del 2021 rispetto a quella  del 2018!!!

 

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