Un po’ “frustrati” dal lavoro e condizione economica, ma anche (soprattutto) dalla agenda mediatica “tutta indirizzata ai fatti di cronaca”; nel contempo l’italiano medio che vive in una bolla di pessimismo, si riscopre “green”. Salutista, attento nei consumi che hanno il brand del nuovo: desidera la macchina ibrida, vuole la cosmesi e il cibo bio, spera in una casa eco-compatibile, cerca vestiti di qualità.
Per risparmiare acquista nel discount e pretende di pagare meno e avere più qualità. Ecco nel suo oscillare tra paure e desideri l’italiano così come fotografato nel dettagliatissimo rapporto Coop 2019 reso noto la scorsa settimana, che conferma l’idea del consumatore eco “compatibile” che vuole e pretende, qualità a prezzi abbordabili. In un paradosso sociologico che vede sempre più l’anticipazione dei cambiamenti scrutando nel carrello della spesa.
Gli acquisti annunciano, secondo gli analisti, i temi sociali, culturali e di vita che poi si manifesteranno a breve nel sociale. Tornando alle ”frustrazioni” gli italiani secondo la Coop si sentono “insicuri e desiderosi di nuove rassicurazioni”. “Anche se i reati sono in calo”, puntualizza il rapporto, “e comunque ampiamente inferiori alla media europea, solo il 19% degli italiani – contro il 33% di europei – è pienamente convinto di vivere in un posto sicuro. E da questa inquietudine derivano comportamenti conseguenti: in 18 anni sono cresciuti di oltre il 20% i sistemi di allarme installati nelle abitazioni, nel 2018 sono +50% su Google le ricerche da parte degli italiani di ‘armi per difesa personale’ mentre le licenze per porto d’armi sono cresciute nello stesso arco di tempo di un +13,8%”.
Addirittura l’insicurezza percepita modifica anche la realtà al punto che “gli immigrati stabili sono oggi 5 milioni e rappresentano l’8,5% della popolazione, circa 1 straniero ogni 11 italiani, ma la percezione della loro presenza è pari a 3 volte il dato reale”.
La classe media, che rappresenta la metà della popolazione italiana – almeno quella che si dichiara tale -, è la stessa che vuole comprare casa ma a prezzi più bassi, sceglie l’utilitaria come auto di famiglia, “la Panda è l’auto più venduta nel 2018; fa del vintage la moda del momento, decreta il successo del discount, si ingegna per trovare online modi per risparmiare sulle vacanze o sulla pizza con gli amici. Ai margini di questo esercizio di resistenza sociale della classe media italiana, emergono anche nuovi soggetti sociali”.
I nuovi protagonisti della scena sarebbe chi ha superato i 40 anni, cittadini che si sentono “senza età” sono ottimisti, di mentalità aperta, e ci tengono a stare in forma, eppoi tra i nuovi soggetti c’è la “generazione Greta”, ossia ragazzi, “più consapevoli dei rischi climatici e votati alla salvaguardia dell’ambiente”. Con una novità, sono impegnati anche in politica e nella difesa dei diritti, il 70% fa volontariato e comunque sensibili e consapevoli delle difficoltà del mercato del lavoro ma non rassegnati.
In altri versi in tanti iniziano a pensare che la vita è unica, che abbiamo un solo pianeta, che un aumento delle temperatura sarà una catastrofe non solo ambientale ma anche antropologica, con milioni di profughi che non avendo né acqua né cibo dilagheranno verso aree vivibili. “Tre gradi più alti di temperatura, previsti entro fine secolo”, si ricorda nel rapporto Coop, “portano con sé una perdita di 23 punti percentuali del Pil pro capite, per marcata concentrazione di ricchezza a favore di alcuni Paesi del Nord a scapito di altri quelli dell’emisfero sud con tutte le conseguenze che ne conseguono. Si stimano in 143 milioni solo i profughi cosiddetti ambientali che entro il 2050, soprattutto, dall’Africa, dall’Asia e dall’America Latina si dirigeranno verso Nord”.
Per rimanere all’ambiente l’Italia è tra i 5 Paesi più vulnerabili d’Europa e il cambiamento climatico ha già generato effetti importanti. Il rapporto Coop 2019 si incarica di elencare anche i guasti. “Negli ultimi 15 anni nel nostro Paese sono spariti 1 su 3 alberi da frutto, 500 ettari tra Sicilia e Calabria sono già oggi destinati alla coltivazione di frutta esotica, mentre le temperature che si innalzano hanno fatto aumentare la concentrazione di mercurio nei pesci in 30 anni +27% ad esempio nel tonno”.
Da questo sottosuolo di preoccupazioni emergono prepotenti i desideri bio, e si chiede che tutto sia puro per essere acquistato.
“In appena un anno nel 2018 sono stati oltre 13mila i prodotti lanciati nel settore con claim legati alla sostenibilità pari a un +14,3% rispetto all’anno precedente”, calcola Coop. Le sorprese del carrello della spesa appaiono non finire, così dallo scenario degli acquisti ad un parallelo sulla volatilità dei gusti, desideri, opinioni che investono potenzialmente altri campi come gli ideali di vita.
“Avere un brand legato alla sostenibilità è in questo momento riconosciuto dai consumatori italiani come un valore aggiunto insieme a pochi altri criteri di riferimento condivisi. La sostenibilità”, sottolinea la Coop, “è una componente fondamentale della reputazione d’impresa, in un contesto dove langue la fedeltà e la voglia di cambiamento regna sovrana se è vero che 9 italiani su 10 ammettono di tradire nel carrello della spesa e l’87% abbandona sempre più spesso i programmi di fidelizzazione proposti”. Insomma la politica è avvisata: nulla rimane stabile, il cambiamento piace, ad iniziare da ciò che acquistiamo, consumiamo e votiamo.