Sono tornati i cowboy dello spazio e noi siamo finiti con la testa per aria qualche minuto. Richard Branson e Jeff Bezos si sono tolti lo sfizio di un viaggio mordi e fuggi nello spazio, preannunciando magnifiche sorti e progressive per il turismo tra le stelle. I Coldplay ci hanno messo la colonna sonora, da poco fuori con la loro Coloratura: “Siamo caduti tra le nuvole”, l’attacco.
IL RITORNO AL FUTURO È ROBA VECCHIA
La conquista dello spazio come metafora della crescita economica si riprende di prepotenza il mainstream, ma ha fatto il suo tempo. Poteva andare bene sessant’anni fa, tutt’al piú. Peraltro lì c’era anche lo stato a investire in tecnologia e quindi non è un caso se, anche grazie a quegli investimenti, i nostri smartphone contengono 150 e passa volte piútecnologia di quella usata per l’allunaggio. Tuttavia, nonostante il differenziale tecnologico, i nostri space cowboy sono rimasti in orbita per qualche minuto contro la decina di giorni di Armstrong & Co.
Abbiamo bisogno di qualcosa di piú forte. Sará forse il caso di tornare un attimo con i piedi per terra per costruire futuro? La pandemia è prodiga di consigli e ci sta indicando tutte le possibili vie, tutte molto terrene.
Basta guardarsi intorno per toccare con mano l’esplosione della disuguaglianze sociali. “La crisi sanitaria in corso ha generato una crisi alimentare”, ha spiegato Mario Draghi durante il pre-vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari che ha avuto luogo questa settimana a Roma. Una situazione confermata dalle organizzazioni che del territorio conoscono ogni respiro, tipo la Caritas, che a intervalli regolari lancia allarmi che troppo spesso restano comunicati stampa.
INCLUSIONE È LA PAROLA CHIAVE PER UNA CRESCITA SOSTENIBILE
A fare da eco al Premier, il Direttore Generale della FAO, Qu Dongyu, che ha allargando il fuoco ha sottolineato come, “Siamo in un momento critico: prima della pandemia eravamo già in ritardo per gli obiettivi di sviluppo sostenibili. La pandemia ha aggravato la situazione ancora di più”. E che, “Abbiamo un compito storico: dobbiamo definire una nuova impostazione, più olistica, trasformare i sistemi alimentari e renderli più sostenibili”.
Insomma, “dobbiamo cambiare in modo da avere un’organizzazione all’altezza, con strumenti innovativi, inclusivi ed efficienti. Obiettivi per arrivare a una vita e un ambiente migliori che non trascurino nessuno”. Basterebbe partire da qui affinchè si abbia tutti un pasto caldo.