domenica, 22 Dicembre, 2024
500 milioni di Mediterranei

L’inte/g/razione mediterranea (2)

 

Tutti più ricchi con libertà, tolleranza e diversità

di Nicola Vorrao

La Macroregione Mediterranea sta sviluppando intensamente l’integrazione e l’interazione in tutti i Paesi del Mediterraneo Europei e non Europei.  Essi comprendono circa mezzo miliardo di persone, divise in quarantatré nazioni. Insieme alle altre Macroregioni si sta dando una svolta socio-culturale ed Epocale al nostro Mediterraneo creando sinergie. L’Unione Europea prevede  il lavoro delle Macroregioni e  ne sostiene le strategie ed i progetti. L’EU ha già approvato negli ultimi anni quattro Macroregioni, nel 2018 si è formata la quinta” EUSMED”.

I traguardi prefissati della Macroregione Mediterranea e dell’Unione Europea sono lo sviluppo e l’Intercultura. Questi sono considerati l’unico percorso per trovare ed attuare una risoluzione efficace ed a lungo termine risolutivo. L’Unione Europea finanzia le Macroregioni con il fine di abbattere le barriere tra le popolazioni, tra le principali quelle linguistiche. In questo ambito complesso si sta cercando di risolvere con programmi di promozione di apprendimento delle lingue estese su ampia scala. Stabilita la possibilità di comunicare si passa al prossimo step.

La Macroregione Mediterranea riconosce che nelle popolazioni del Mediterraneo esistono differenze particolarmente nell’ambito dell’Istruzione. Le problematiche possono essere i sistemi scolastici e la tipologia educativa.

L’Interazione sociale della Macroregione Mediterranea è la base sulla quale essa stessa è fondata fin dalla sua nascita.

L’interagire tra Regioni, Nazioni e popoli ha un ampio spettro che interessa sia l’ambiente in cui vivere una vita sana e sia avere occupazione ed istruzione.

L’interazione è un processo utile che integra persone, famiglie, associazioni, imprese . Si attiva fisicamente e psicologicamente nel renderle partecipi alla didattica per esempio o nella ricerca di un lavoro. Alcuni piani di interazione vanno oltre al sostegno dei popoli ospiti, ci sono progetti che vanno a supportare i popoli nelle proprie Nazioni.

Le Nazioni e le Regioni appartenenti alla Macroregione Mediterranea possono creare scuole nuove con nuovi metodi e disporre di materiale didattico di respiro mediterraneo.. L’intenzione è di supportare e valorizzare i progetti già in corso se validi e realizzarne altri dove ancora non esistono. Altresì offrire una migliore formazione professionale e la condivisione di know how, sempre con la stessa formula: motivare, supportare, migliorare o creare.

La Macroregione Mediterranea, anche se costituita per ultima, è la più grande delle cinque Macroregioni. È destinata a svolgere un ruolo fondamentale di Mediatore Culturale, Integrazione e interazione. Lo fa per garantire il benessere economico e sociale delle popolazioni nel Mediterraneo con nuovi modelli concettuali ed operativi, una rinnovata politica economica che veda prospettive di sviluppo.

Il Presidente Mattarella si è espresso positivamente riguardo alla Macroregione e alla Strategia.

In oltre e contemporaneamente si promuovono e si sviluppano con cura gli aspetti dell’Economia, l’ambiente, l’energia, la salute, i trasporti. Anche la lotta alla criminalità, la ricerca e l’innovazione, l’assistenza sociale, la tutela dei minori e l’importante fattore del Turismo non verranno minimamente tralasciati.

Dettagli e motivazioni alla tolleranza secondo la Macroregione Mediterranea:

La carenza di Integrazione definita “anomia”, è un fenomeno consistente nel declino che può divulgarsi nella scomparsa di regole morali, questo deve essere assolutamente evitato.

L’Intercultura sarebbe considerata invece un processo d’integrazione reciproca solo se i processi migratori non fossero irreversibili, e se fossero quindi processi bidirezionali. L’Intercultura dovrebbe diventare l’esito di una scelta libera e consapevole, in cui tutti i soggetti coinvolti si sentano uguali, con gli stessi diritti fondamentali. Il primo di questi diritti è il diritto di essere se stessi ovunque si vada. Senza la libertà e la “tolleranza” tutto diventa un’utopia o una forma di fanatismo oppure il semplice desiderio di conservare la propria cultura venendo a contatto con le altre. L’origine del termine “Intercultura” è la rappresentazione del rapporto tra due o più Culture che comporta l’arricchimento reciproco.

Senza libertà reciproca, uguale per tutti, non può nascere il desiderio di accettare volontariamente le culture diverse dalla propria.

Fonti:
https://www.leggopassword.it
https://citywire.it

 

Recuperare l’antica vocazione all’incontro tra i popoli

di Vincenzo Esposito

Il Mediterraneo è un’area di studio di vasto interesse poiché si presta a differenti tipi di rappresentazione e di interpretazione; tale varietà può dipendere tanto dall’approccio metodologico seguito, tanto dall’attenzione posta su alcuni aspetti legati all’oggetto trattato. Il Mediterraneo da un punto di vista geopolitico e geo-economico, i cui territori che compongono il bacino del Mediterraneo sono infatti i protagonisti del lento, ma rilevante processo di formazione di una vera e propria entità storica, politica e culturale ed oggi il ruolo della Macroregione Mediterranea, nell’ottica dello sviluppo dell’Agenda 2030 è quello di aprire a tutti gli Stati una visione globale del bacino Mediterraneo. Essa infatti è un’area che ha tratto la sua forza dalla consapevolezza che non fosse un semplice spazio indifferenziato ma un luogo di eccezionale rilievo geografico, valorizzato nel tempo da caratteristiche, per loro natura endogene, che rendono questa area unica nel suo genere: la varietà, la simbiosi, l’apertura, la storicità, che rispecchiano una rispondenza completa tra natura e storia e che trovano conferma in una vera e propria identità mediterranea. Considerare il Mediterraneo come un’entità globale, integrata e multidimensionale, induce, però, a riflettere sulla metodologia di analisi più consona alla comprensione di questa grande area, che permetta di connotare lo spazio Mediterraneo restituendoci una visione in cui le distinzioni non si annullano ma coesistono in una relazione di incontro e scontro, continuità e rottura.

La metodologia seguita nella ricerca si fonda, infatti, su un orientamento dell’interpretazione contemporanea ovvero quello della complessità. Tale approccio consiste nel valutare in maniera critica lo spazio che ci accomuna, facendo emergere le contraddizioni e le relazioni proprie di una società in continuo cambiamento, dove i punti di riferimento non sono stabili e definiti. La storia testimonia come le relazioni mediterranee abbiano vissuto alterne vicende, passando da secoli di grande splendore a fasi di decadenza, dove si è fatta sempre più viva la competizione con altre aree geografiche. Pur essendo stata messa in discussione in più occasioni, la centralità dell’area ritorna, soprattutto in questo momento storico, ad essere in primo piano, vivificata da particolari condizioni politiche ed economiche. La prima fase della Macroregione Mediterranea è quella di indagare congiuntamente le dinamiche geopolitiche e geoeconomiche attraverso un quesito di fondo: perché, nonostante il bacino sia portatore di elementi costituenti un’unità organica e sia oggetto di rilevanti processi geo-economici, ha avuto ed ha difficoltà nell’affermarsi come soggetto di rilevante importanza negli scenari europei ed internazionali? Il Mediterraneo assume una centralità sempre maggiore nello scenario mondiale odierno: un mare ricco di storia che oggi richiama fortemente l’attenzione sia per il ruolo di connessione tra il mercato atlantico e nord europeo da un lato, e quello asiatico e africano dall’altro, sia per le complesse vicende che caratterizzano gli assetti conflittuali ed in particolar modo la costruzione di un dialogo euro-mediterraneo. Dinamiche economiche-commerciali e assetti socio-politici che si intrecciano costantemente e che prefigurano uno scenario in continua evoluzione, i cui ritmi non possono prescindere dal confronto con le Istituzioni Europee; ciò nella convinzione che solo una prospettiva multilaterale e aperta ai cambiamenti indotti dalla globalizzazione possa fornire un valido supporto scientifico allo studio intrapreso. Il Mediterraneo funge da paradigma storico-geografico in quanto è un’area dove prima di altri luoghi si è realizzato uno sgretolamento di certezze, consentendo una certa permeabilità rispetto ai cambiamenti del mondo occidentale. Il paradigma prescelto permette di comprendere quali forme economiche e politiche possano rendere meglio conto dei mutamenti in atto in questo scenario geopolitico e soprattutto quali strategie possano permettere a questa area di riconquistare la sua centralità recuperando proprio la sua antica vocazione al confronto e all’incontro tra i popoli, tornando il centro del rapporto nord-sud attraverso un nuovo modo di raccontare la storia universale non più in termini geografici e fisici ma anche socioculturali. È questo tipo di centralità che può determinare nuovi scenari, proprio in un momento come l’attuale in cui sembrano prevalere odiose guerre tra stati e culture, religioni e civiltà.

Fonti:
Tessitore F., Le ragioni della civiltà del Mediterraneo in Civiltà del Mediterraneo I, 1991.
Jean C., Il nuovo ordine internazionale ed i problemi del Mediterraneo, relazione alla Riunione UEO, Roma.

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