La curva dei prezzi in rialzo delle materie prime non accenna a scendere. Una impennata che secondo Confartigianato, – che ha realizzato un dettagliato resoconto -, ha messo in difficoltà mezz’ora milione di imprese ed andrà ad incidere in modo pesante sui costi dei lavori
PREZZI RADDOPPIATI
“Le più recenti rilevazioni a giugno 2021 mostrano il proseguimento della crescita dei prezzi delle commodities”, spiega la Confederazione, “I tassi di crescita rimangono sostenuti: i prezzi in euro rilevati dalla Banca centrale europea indicano per le materie prime non energetiche segnano una crescita del 36,7% su base annua, di cui +52,1% per quelle non alimentari e +23,5% per le alimentari”. Il problema non riguarda solo l’Italia ma è diventato un tema generale nel rapporto tra materie prime, distribuzione e costi
IMPRESE SOTTO PRESSIONE
“Si allarga il perimetro delle imprese che risentono delle tensioni sui costi di acquisto delle materie prime”, fa presente la Confartigianato, “Nei dieci comparti manifatturieri con i più alti saldi sulle attese dei prezzi a giugno 2021 – prodotti metallo, macchinari, mobili, gomma e materie plastiche, legno, tessile, apparecchiature elettriche, carta, metallurgia e prodotti da raffinazione petrolio – e nelle costruzioni, dove non si registravano tensioni sui prezzi così elevate da settembre 2004, si contano complessivamente 641.205 micro e piccole imprese con 2.141.503 addetti. Sono 434.889 le imprese artigiane nei settori sotto tensione per il rialzo dei prezzi delle materie prime e contano 1.100.392 addetti”.
COSTI SENZA ARGINE
L’esame dei prezzi internazionali, valutati in dollari, del Fondo monetario internazionale mostra un aumento del +38,3% delle commodities non energetiche, anche in questo caso inferiore rispetto al +44,1% di maggio.
Nel dettaglio l’ondata di rincari, non risparmia nessun settore.
Raddoppiano molibdeno (+114,6%), minerale di ferro (+108,8%) e stagno (+93,0%); sono elevati gli aumenti del rame (+67,4%), dell’alluminio (+56,0%), del cobalto (+51,8%), dello zinco (+45,7%) e del nickel (+41,3%).
Tra le altre materie prime non energetiche e le principali materie prime alimentari sono più che raddoppiati carne di maiale (+149,7%), pelle (+125,6%) e azoto fertilizzante (+121,5%), è raddoppiato il fosfato di ammonio fertilizzante (+106,9%) e si rilevano aumenti superiori al 20% per mais (+97,6%), semi di soia (+68,6%), olio di palma (+60,7%), gomma (+49,8%), lana fine (+46,1%), zucchero (+45,5%), carne di pollo (+44,5%), frumento (+40,7%), cotone (+39,4%), tronchi di legname di essenze non dure (+25,3%) e legname tagliato di essenze non dure (+20,2%, accompagnato dal +11,9% degli stessi prodotti di essenze dure.