La tematica ambientale entra, finalmente, nell’agenda della politica italiana e non solo per le ingenti risorse dedicate alla transizione energetica dal Pnrr.C’è una sensibilità nuova che si sta diffondendo imposta anche dalle tragedie provocate dai cambiamenti climatici. Ma la difesa dell’ambiente richiede una massima attenzione alla legalità. Su questi temi La Discussione ha organizzato un convegno che si è svolto a Polsi tra i boschi dell’Aspromonte.
In una gola conficcata tra i monti tappezzati da alberi secolari, nel santuario dedicato alla Madonna della Montagna, effige profanata dalla criminalità organizzata calabrese che per anni ha scelto la festa della Madonna per svolgere il summit delle cosche, abbiamo discusso di Ambiente e legalità.
I DANNI DELL’AMBIENTALISMO DEI NO
In un’ottica nuova: nessuna retorica e nessun luogo comune sulla pur evidente infiltrazione della criminalità nel settore ma attenzione estrema e richiamo alla politica sulle cose da fare, a cominciare dalla più precisa definizione delle norme, dei processi autorizzativi per evitare che la istituzioni si mettano al servizio dei criminali. Lo ha ben spiegato, durante il dibattito introdotto da Anna La Rosa e moderato da Tommaso Marvasi, un’esperta del calibro di Claudia Salvestrini ,direttore generale del Consorzio Polieco e consulente della commissione antimafia che ha richiamato all’attenzione sui traffici dei rifiuti, spesso legalmente autorizzati e frutto anche della politica dei No che impedisce il ricorso ai termovalorizzatori, ultima spiaggia dopo che si è fatto il necessario per la riduzione, il riutilizzo, il riciclo dei rifiuti.
ATTENZIONE ALLA FALSA SOSTENIBILITA’
Un ambientalismo moderno, infatti, deve sapere distinguere tra ciò che è veramente sostenibile e ciò che si fregia impropriamente, e a volte abusivamente, di questa etichetta, come ha ricordato il prof. Antonio Pileggi dell ‘università Tor Vergata di Roma. Deve esistere un diritto alla protezione dell’ambiente contro le minacce che rischiano di comprometterlo, come avviene con il taglio di boschi per avere legna da bruciare in impianti a biomasse la cui unica sostenibilità è quella derivante dagli incentivi e dai sussidi del denaro pubblico. Combattere ,dunque ,contro la mafia dei boschi-così l’ha definita Pileggi.
LA TUTELA GIURIDICA DELLA NATURA
Il tema della tutela giuridica della natura è di cruciale rilevanza anche sul piano costituzionale, come ha rilevato il prof. Oberdan Scozzafava dell’università Roma3 ricordando le proposte di modifica dell’art.9 della Costituzione per aggiungere il seguente comma: «La Repubblica tutela l’ambiente e l’ecosistema, protegge le biodiversità e gli animali, promuove lo sviluppo sostenibile, anche nell’interesse delle future generazioni». Secondo Scozzafava è necessario “un diritto orientato verso l’ecologia e che debba mirare alla qualità dei beni e non alla quantità, tenendo conto del progresso tecnologico che, se ben impiegato, può essere posto al servizio dell’uomo e dei suoi interessi”.
Altri importanti spunti di riflessione sono venuti dal prof. Silvio Greco biologo marino, da Angelo Calzone del Wwf Calabria dall’architetto Francesco Macrì e dal prof. Franco Silvano Toni di Cigoli dell’Università of London, che ha ricordato quanto ormai i fondi di investimento tengano in altissima considerazione i criteri ambientali.
UN MESSAGGIO FORTE
Da Polsi viene dunque dunque un messaggio forte: l’ambiente deve essere il tema dominante della politica e il rafforzamento della legalità deve essere strettamente legato a questa nuova stagione che mette al centro “la difesa e la promozione del creato”, secondo il messaggio dell’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco.
Temi questi che hanno ispirato il convegno promosso dalla Discussione nell’ottobre scorso a Saint Vincent e che con piacere sentiamo riecheggiare nella neonata Associazione “Verde è popolare” presieduta dall’on. Gianfranco Rotondi che ha scelto questo convegno per il suo primo intervento pubblico nella sua nuova veste.