lunedì, 25 Novembre, 2024
Attualità

I terroristi vogliono far parlare di sè. E nel Sahel si riorganizzano. Le minacce dell’Isis campanello di allarme per l’Europa

Le minacce dell’Isis all’Italia, e all’Occidente, dopo il vertice di Matera, vanno analizzate sotto un duplice angolo visuale. Innanzitutto, quello del riemergere dopo la pandemia. Sì, i terroristi vogliono riprendersi la scena.

Soprattutto l’Isis ha fondato il suo ruolo antisistema proprio sulla comunicazione, sul terrorismo via Internet, sia nel precedere gli attentati, che a seguito di questi, con rivendicazioni più o meno attendibili, ma pur sempre efficaci in termini di visibilità.

Minacce agli “infedeli”

La fiducia nei nostri servizi di sicurezza, negli apparati di Polizia (l’ultimo arresto ieri del marocchino radicalizzato fuggitivo, pedinato da mesi nonostante vagasse per l’Italia, ne è l’abbondante riprova) è sconfinata e ben riposta. Ricordo che gli attentati a Roma erano stati promessi sin dalla nascita del sedicente Stato islamico oltre 10 anni fa, cosa che non è avvenuta per varie motivazioni, che non sono solo quelle della tenuta dell’intelligence del nostro Paese.

Davvero conviene a questi “signori” attaccare il Paese sede del più potente Stato del mondo  quanto a presenze religiose e di fedeli?  Dato che non si tratta affatto di guerra religiosa, ma politica è possibile minare la stabilità di tutti i Paesi Ue senza “disturbare” i cristiani. Si faccia caso ai messaggi, riletti in chiave retrospettiva, ma altresì prospettica. Gli “infedeli” non sono propriamente (e direttamente, quantomeno) i cristiani, ma gli Stati occidentali e gli Usa, con tutti coloro che si oppongono alla strategia del terrore per la dominazione del mondo. Ricordo che, per l’Islam moderato, la identificazione tra autorità politica e religiosa negli Imam non è rinvenibile, oggi, in quella del Capo della Chiesa, sia cattolica che ortodossa; quindi, i bersagli di questo tipo potrebbero essere solo simbolici.

 

Cellule dormienti e lupi solitari

Una seconda considerazione che l’episodio dell’annuncio di Al Naba – il settimanale dello Stato Islamico (ma quale?) – sollecita, è quella relativa al risveglio di cellule “dormienti” e, soprattutto, di lonely wolf. I lupi solitari, gli schizzati e i radicalizzati, via internet o attraverso predicazioni che, anche nel nostro Paese, avvengono in moschee non autorizzate, traggono indubbiamente da questo messaggio nuovi stimoli a colpire, poiché con un proclama del genere, autentico al 50% secondo me, in ogni caso si produce un effetto “annuncio” che, unito a quello emulativo, può portare ad azioni “in economia”: uno contro tutti, ma l’imprevedibilità come punto di forza di Davide contro Golia.

Da ultimo, la vicenda certifica l’insediamento, più volte ricordato da chi scrive e da più autorevoli esperti, del Sahel quale sacca di ricostituzione dell’Isis, in quella Libia sulla quale è sempre più urgente intervenire, e, colpevolmente (l’iniziativa italiana meritoriamente vi ha riportato l’attenzione), si sta ancora trascurando. I terroristi hanno anche l’appoggio delle mafie nostrane e internazionali per sopravvivere e perpetrare i traffici, soprattutto di esseri umani, cui ancora assistiamo in maniera crescente e inarrestabile.

Il governo italiano alla Ue sembra dire: “non dite che non ve lo avevamo detto”.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Caivano: c’è lo Stato. Don Patriciello elogia Meloni sul Gardian

Ettore Di Bartolomeo

“Nottuari”, in scena i lati oscuri del reale

Rosalba Panzieri

Trento è la città più ‘green’ d’Italia, male Roma

Francesco Gentile

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.