giovedì, 19 Dicembre, 2024
Società

Covid, Farnesina “Le norme di Malta non consentono ancora rientri”

“A partire dal 6 luglio 2021, un numero crescente di connazionali in viaggio a Malta, in maggioranza minorenni che partecipavano a corsi di lingua organizzati da college e scuole locali, è risultato positivo al covid-19 o ha avuto contatti con individui positivi, a seguito del tampone antigenico effettuato a ridosso della partenza per rientrare in Italia. La Farnesina e l’Ambasciata d’Italia a Malta sono state immediatamente informate e dal primo momento hanno fornito supporto diretto ai connazionali in loco, nonché alle famiglie in Italia. Le Autorità locali hanno proceduto all’isolamento di tutti coloro che sono risultati positivi e di coloro che, seppur negativi, sono stati a contatto diretto con questi”. Lo afferma in una nota il ministero degli Esteri. “L’Ambasciata d’Italia a Malta ha tempestivamente inviato funzionari presso le strutture ove i connazionali necessitavano più assistenza, fornendo beni di prima necessità – prosegue la nota -. Nonostante le condizioni sanitarie dei connazionali non destino preoccupazioni – fatta esclusione per pochi ricoveri a scopo cautelativo – l’Ambasciata si è impegnata affinché fosse messo a disposizione soprattutto dei connazionali più giovani personale medico secondo le esigenze”. “E’ stata inoltre attivata, tramite l’Unità di Crisi della Farnesina, una collaborazione da remoto con l’Istituto Spallanzani, che si terrà in contatto con le controparti sanitarie maltesi – sottolinea la Farnesina -. L’Ambasciata, in stretto raccordo con il Ministero degli Esteri, ha altresì svolto passi di sensibilizzazione presso le competenti Autorità locali, anche ad alti livelli, al fine di consentire il rientro in Italia di coloro che sono risultati negativi al tampone, ma per il momento la normativa maltese rimane confermata e non consente il ritorno nel nostro Paese, né per le persone positive né per i contatti stretti negativi, per 14 giorni. La situazione interessa turisti e allievi delle scuole di lingua di diversi altri Paesi europei”.

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