Il governo ha incassato la fiducia de due rami del Parlamento sulla base di indicazioni programmatiche che spaziano sull’intero arco della legislatura: un obiettivo ambizioso per tanti che invece preconizzano per l’esecutivo, un itinerario breve. Breve tenendone conto delle difficoltà che si ergono sulla soluzione di problemi che vedano Pd, e LeU, su posizioni diverse, e qualche volte alternative, a quelle dei pentastellati.
Eppure, se volessimo analizzare in profondità la fisionomia di questa alleanza, i filoni storici e le valutazioni del divenire sociale da cui muove, diverrebbe compilato e riduttivo ritenere che il suo solo motivo di essere sia dello sbarrare la strada a Salvini per impedire elezioni anticipate.
C’è qualcosa di sotterraneo e di più profondo che lega M5s, Pd e LeU, e si chiama riorganizzazione della sinistra per una nuova strategia che l’aiuti a contrastare la deriva liberista ed economicistica della globalizzazione e la ponga in condizioni di fronteggiare, in Italia e in Europa, una nuova destra che rivaluta le ragioni dell’appartenenza a un popolo e a una nazione e fa proprie tutte le spinte a contrastare l’efficientismo spietato delle società capitaliste.
Nel partito democratico, con Zingaretti i post comunisti hanno rialzato la testa, tanto non destare più scandalo che nei congressi locali tornino ad echeggiare le note di “bandiera rossa” e “dell’internazionale “, ed è diffusa la preoccupazione per il restringersi dello stato sociale e il collasso del ceto medio : valutazioni queste, che coincidono con quelle di larga parte del movimento 5 stelle: dall’ambientalismo massimalista all’ostilità verso le logiche del profitto e un’Europa che declina l’economia sociale di mercato, ma nei fatti la pratica poco.
Il problema sta paradossalmente solo nel vedere se sarà il Pd a fagocitare il M5s o il contrario.
A questi scenari non torna utile puntare su una destra muscolare, quanto riorganizzare l’area del centro, che esiste ed è più che consistente, sul perno di un nuovo soggetto politico moderato e riformista, attento anche alle ragioni degli ultimi e motivato dal solidarismo di ispirazione cristiana.