In nome della trasparenza, della democrazia diretta, dello streaming non si sa nulla dello Statuto proposto da Conte e bocciato da Grillo. 7 nominati dal Garante scriveranno le nuove regole, nelle segrete stanze. Roba che nessun partito tradizionale si sognerebbe mai di fare.
Ma i 5 Stelle sono diversi e possono permettersi lussi che ad altri verrebbero rimproverati come diabolici inganni.
Uno dei motivi dei successi elettorali del 2013 e poi del 2018 è stata la polemica dei 5S contro i partiti e i loro modelli organizzativi. Grillo, ispirato da Casaleggio padre, ha predicato la democrazia diretta e la trasmissione in streaming delle riunioni politiche in nome della trasparenza totale e della fine del potere delle élites.
Tanta gente ha creduto che stesse per nascere una democrazia non più gestita da oligarchie e ha votato 5 Stelle.
Ma presto la predicazione populista contro i partiti si è rivelata per quella che era: una buona intenzione che si è tradotta nel suo contrario. Insomma un espediente demagogico che ha portato voti ma non ha cambiato nulla
Quante riunioni in streaming aperte a tutti ci sono state da 7 anni in qua, dopo gli inconcludenti incontri dei vertici dei 5 Stelle con Renzi e Bersani? Poco o nulla.
Quanto è stato trasparente il dibattito interno che pure ha visto il M5S capovolgere dalla sera alla mattina le sue strategie?
Decisioni oligarchiche
Tutto si è consumato sempre e soltanto nella mente fervida di Beppe Grillo: ogni volta che ha cambiato idea ha imposto le sue scelte al Movimento. Qualcuno può con onestà intellettuale affermare che il M5S abbia messo in piazza il suo dibattito interno, alla luce del sole lasciando emergere le decisioni da un confronto appassionato, libero e partecipato?
Gli elettori dei 5 stelle nel 2018 sono stati circa 11 milioni. Il non-partito ha avuto massimo 120mila iscritti sulla mitica piattaforma Rousseau. Sulla storica decisione per il governo col Pd andarono a votare solo 80.000. Sarebbe questa la democrazia diretta? 80.000 su 11 milioni di elettori?
E che dire dei rilievi del Garante per la Privacy che sollevò dubbi sulla sicurezza e sulla trasparenza della piattaforma?
Senza streaming e con una trasparenza claudicante, dove sono finite le illusioni del “visionario” che descrivevano i partiti come morti viventi e la democrazia parlamentare come un residuo del passato?
I meriti di Conte
Conte ha avuto il merito di rifiutare un’investitura dall’alto da parte di Grillo e ha scelto di sottoporre al giudizio dei militanti il suo progetto di rifondazione del movimento. Ma Grillo glielo ha impedito e ha definito in modo sprezzante “seicentesco” lo Statuto proposto da Conte. E chi ha mai letto questo Statuto? Che aspettano i vertici dei 5 Stelle a farlo pubblicare sul blog e a renderlo accessibile ai giornali? In nome del non-partito Grillo ha messo in atto pratiche oligarchiche che Conte voleva superare creando un partito organizzato, strutturato, dove il dibattito interno non viene spento da nessun VAFFA. Se mai ci sarà un compromesso per evitare una devastante scissione, sarà forse un passo avanti rispetto alla gestione monocratica di Grillo ma un passo indietro rispetto alle idee più democratiche di Giuseppe Conte.