Il 67% dei lavoratori prevede il rientro in presenza ma vorrebbe andare in ufficio 1/2 volte alla settimana o decidere giorno per giorno se lavorare da casa.
DoveVivo, la più grande coliving company in Europa con oltre 1.500 immobili gestiti, 8 studentati e 8.000 posti letto in 14 città in Europa, lancia DoveVivo Lab, l’osservatorio che indaga le tendenze e lo stile di vita della community internazionale di studenti e giovani lavoratori.
Nel secondo sondaggio, con la campagna di vaccinazione che continua ad avanzare velocemente facendo presagire un imminente ritorno alla normalità, sono stati intervistati i lavoratori per capire come hanno affrontato lo smart working tra le mura domestiche durante la pandemia e indagare le loro aspettative per il futuro.
Secondo più della metà dei professionisti intervistati si tornerà a lavorare stabilmente in ufficio. Il 67% dei rispondenti dichiara infatti che, con la pandemia alle spalle, si ricomincerà a lavorare prevalentemente in presenza. Interessante notare anche che per molti di loro (18%) lo smart working sparirà completamente, lasciando il posto ad una settimana in ufficio 5 giorni su 5. Il 33% dei rispondenti dichiara invece che si immagina un futuro in cui lo smart working rimarrà un’abitudine stabile, con almeno 3 giorni a settimana in cui sarà possibile lavorare da casa.
Passando dalle previsioni alle preferenze, però, emerge una situazione molto diversa: la parola chiave più amata dai professionisti è “flessibilità'”. 80% di loro dichiara infatti che vorrebbe andare in ufficio 1 o 2 volte alla settimana per gestire meglio la vita privata ed evitare lo spostamento da casa oppure vorrebbe poter scegliere se fare smart working giorno per giorno. Il restante 20% invece vorrebbe tornare in ufficio tutti i giorni.
Generalmente positiva, comunque, l’esperienza con le riunioni da casa per 7 lavoratori su 10: nel dettaglio, il 50% ha dichiarato di aver capito che lo smart working è efficace come il lavoro in presenza, mentre il 19% si è divertito nell’osservare i colleghi in una veste più informale. Esperienza negativa, invece, per il 31% dei rispondenti, a causa di una comunicazione poco empatica attraverso lo schermo del pc e delle crescenti difficoltà nel riuscire a trovare il tempo per fissare le riunioni.
La possibilità di gestire il tempo in maniera differente è senza dubbio l’aspetto più apprezzato dello smart working: il 51% dei lavoratori ha dichiarato, infatti, di essere riuscito a trasformare il tragitto casa-ufficio in tempo dedicato alle passioni. La comodità della stanza o della casa, invece, ha permesso a molti rispondenti (24%) di lavorare meglio. Gli altri fattori positivi evidenziati sono la possibilità di aver potuto condividere più tempo con la famiglia, tornando per periodi più lunghi nel luogo di origine (19%) e la presenza dei coinquilini o del partner, grazie ai quali non si è percepita la mancanza dei colleghi (6%).
Ma lo smart working ha generato anche diverse difficoltà.
Secondo il 32% dei professionisti si è sentita la mancanza delle occasioni di viaggiare, di conoscere nuovi colleghi e di lanciare progetti. Aspetto altrettanto negativo (31%) la difficoltà di separare la giornata lavorativa dalla vita privata, con la conseguente assenza di orari ben definiti. Secondo il 19% degli intervistati, invece, l’aspetto peggiore è stato l’isolamento: molti hanno sentito addirittura la mancanza dei colleghi meno simpatici. Il 18%, infine, non ha gradito la scomodità della “postazione lavorativa domestica”.
La possibilità di gestire il tempo in maniera differente è senza dubbio l’aspetto più apprezzato dello smart working: il 51% dei lavoratori ha dichiarato, infatti, di essere riuscito a trasformare il tragitto casa-ufficio in tempo dedicato alle passioni. La comodità della stanza o della casa, invece, ha permesso a molti rispondenti (24%) di lavorare meglio. Gli altri fattori positivi evidenziati sono la possibilità di aver potuto condividere più tempo con la famiglia, tornando per periodi più lunghi nel luogo di origine (19%) e la presenza dei coinquilini o del partner, grazie ai quali non si è percepita la mancanza dei colleghi (6%).
Ma lo smart working ha generato anche diverse difficoltà. Secondo il 32% dei professionisti si è sentita la mancanza delle occasioni di viaggiare, di conoscere nuovi colleghi e di lanciare progetti. Aspetto altrettanto negativo (31%) la difficoltà di separare la giornata lavorativa dalla vita privata, con la conseguente assenza di orari ben definiti. Secondo il 19% degli intervistati, invece, l’aspetto peggiore è stato l’isolamento:
molti hanno sentito addirittura la mancanza dei colleghi meno simpatici. Il 18%, infine, non ha gradito la scomodità della “postazione lavorativa domestica”.
Nonostante la possibilità di avere più tempo a disposizione sia stato uno degli aspetti più apprezzati dello smart working, il 21% dei professionisti ha dichiarato di aver lavorato ancora più del solito e di non aver avuto un attimo di relax. Il 58%, però, ha affermato di aver dedicato il tempo guadagnato ad interessi personali ed affetti, mentre l’altro 21% si è reso conto dell’importanza dell’aggiornamento professionale e ha colto l’occasione per partecipare a corsi di formazione.
“Siamo felici di sapere che la nostra Community di lavoratori abbia voglia di tornare in ufficio” afferma Valerio Fonseca, CEO e Fondatore di DoveVivo. “Nonostante la flessibilità sia ormai una condizione imprescindibile che ci permette di migliorare il balance fra vita professionale e privata, crediamo che la dimensione umana, di relazione e scambio con i colleghi, non possa essere sostituita né compensata dalle modalità di lavoro da remoto”.