lunedì, 23 Dicembre, 2024
Società

Garante Privacy “No al caporalato digitale”

“Il digitale ha dimostrato di poter essere al servizio dell’uomo, ma non senza un prezzo di cui bisogna avere consapevolezza: l’accentramento progressivo, in capo alle piattaforme, di un potere che non è più soltanto economico, ma anche – e sempre più – performativo, sociale, persino decisionale.

Un potere che si innerva nelle strutture economico-sociali, fino a permeare quel “caporalato digitale” rispetto ai lavoratori della gig economy, protagonisti del primo sciopero contro l’algoritmo: gli invisibili digitali, come da alcuni sono stati definiti”.

Lo ha detto Pasquale Stanzione, presidente del Garante per la protezione dei dati personali, nel corso della Relazione 2020. “La pandemia ha dimostrato l’indispensabilità dei servizi da loro forniti ma, al contempo, anche l’esigenza di una strategia rispetto al loro pervasivo “pedinamento digitale”, alla supremazia contrattuale, alla stessa egemonia “sovrastrutturale”, dunque culturale, informativa, realizzata con pubblicità mirata”, ha aggiunto.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Agricoltura. Visionarie e laureate le nuove “contadine” battono i record di eccellenza e qualità

Paolo Fruncillo

Lavoro nero, meno donne più uomini. Caporalato: 2.192 sfruttati

Domenico Della Porta

Inps: Garante privacy, a istituto verifica possibilità comunicare dati

Redazione

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.