All’indomani della sua introduzione, la Banca centrale fece notare al Governo che non si possono adottare provvedimenti fiscali o valutari che limitino la circolazione del contante senza che l’Autorità che emette moneta legale ne sia preventivamente informata e chiese un riscontro “documentato” della valenza e dei risultati attesi di questi provvedimenti, visto che essi comprimono diritti individuali dei cittadini, quelli di utilizzare l’unica moneta che ha valore legale originario, la cartacea e metallica, a favore di quelle “alternative” che si possono “acquistare” presso le banche e gli intermediari abilitati. Portare con sé contante è un diritto ed è legittimo, utilizzandolo nei pagamenti e trasferimenti a qualsiasi titolo fino ai 2000 euro (esclusi).
Cinque miliardi senza risultati
Siamo l’unico Paese in Europa con i limiti più bassi, che demonizza chi usa moneta, e che costringe ad usare una carta di credito a chi voglia portarsi in detrazione visite mediche specialistiche (ma dove è finito l’art. 3 della Costituzione?). Risultati non fallimentari, ai limiti del ridicolo, che costringono questo Governo (per fortuna competente) al provvedimento in esame: costi di circa 5 miliardi, impatto su evasione e riciclaggio zero!
Ma era ovvio. L’evasione e il riciclaggio “migliori” si fanno con i documenti fiscali falsi, non senza emetterli! Si può pagare con carta anche una fattura per operazione inesistente, al fine di detrarsi costi fittizi e, soprattutto per la criminalità organizzata, far riciclare proventi illeciti. Mentre l’evasione si può pensare senza fattura, il riciclaggio si concretizza, per semplificare, con la fatturazione e la tracciabilità delle operazioni di lavaggio (sennò perché si chiamerebbero così?). Sempre per chi ama le fonti, art. 648-bis del nostro codice penale.
La maggior parte del riciclaggio e dell’evasione italiani, che avvengono all’estero ma che anche da noi superano abbondantemente i 120 miliardi annui ciascuno, sono frutto di sofisticate transazioni societarie e bancarie saldate con bonifici e mezzi alternativi al contante (vedrei difficile il trasporto di valuta a saldo di una fattura di 1 milione di euro più iva all’estero, senza esser fermati per gravi disturbi psichici).
Criminali ed evasori guardano alle criptovalute
Le 30Autorità di vigilanza mostrano una criminalità che ha raggiunto livelli di sofisticazione finanziaria inimmaginabili fino solamente a dieci anni fa. Le Borse del mondo, per almeno il 50% del transato quotidiano, fanno transitare denaro sporco; non c’è un solo scandalo finanziario degli ultimi anni consumatosi con movimenti significativi di contante.
I “furbetti” del cashback, che frazionavano le transazioni per ottener punti premio fanno sorridere :piccolo cabotaggio che alla criminalità e agli evasori veri non interessava. Potremmo eccellere nell’incrociare dati e movimenti finanziari e fiscali, grazie agli strumenti messi in mano alla competente Guardia di Finanza ed all’Agenzia dell’Entrate. Ma siamo gli ultimi per riscossione (dati Corte dei Conti di qualche giorno fa: meno 51,8% di accertamenti 2020 rispetto al 2019).
Intanto il mondo assiste impotente alla circolazione di 1,3 miliardi di dollari in criptovalute, stima definitiva impossibile (al contrario del monitoraggio del contante), poiché la maggioranza di esse non è tracciata né tracciabile. Con allarmi e sospensioni delle contrattazioni in Cina (dove in pratica sono nate), Usa, Uk. E ci dobbiamo ora anche sorbire l’influencer CryptoWendy che insegna alle nuove generazioni come si usano, attraverso Tic Toc e altri social.
Come diceva Totò, “ma mi faccia il piacere”!!