Ammortizzatori sociali anche per i lavoratori autonomi.
È la richiesta di Confesercenti che analizza gli “effetti devastanti”, degli strascichi dell’economia che tra Covid e restrizioni ha portato famiglie e imprese altri 280mila i lavoratori indipendenti in povertà assoluta. Una crescita notevole registrata nel 2020, con 95mila poveri in più rispetto al 2019 (quando erano 185mila), con un’incidenza che passa dal 4% al 6,1%.
“La caduta generale della spesa delle famiglie registrata nell’anno della pandemia”, commenta la Confesercenti, “ha inciso pesantemente sulle attività di prossimità, del turismo e dei servizi, portando in molti casi ad un drammatico peggioramento delle condizioni dei nuclei familiari che vivono di lavoro autonomo, siano piccoli imprenditori o professionisti”.
Situazione delicata per la Confesercenti perché finora questa fascia di lavoratori non ha ottenuto sostegni.
“Un mondo che non ha mai avuto e ancora non ha a sua disposizione alcuna rete di protezione o tutela in caso di perdita del lavoro”, sottolinea la Confederazione, “un problema che abbiamo sempre denunciato con forza, ma che adesso rischia di esplodere in tutta la sua drammatica gravità. I sostegni messi in campo finora, tra ristori e indennizzi, in molti casi sono stati purtroppo insufficienti a garantire la continuazione dell’attività e la tutela dei lavoratori indipendenti: per questo, ci aspettiamo che il fenomeno possa accentuarsi anche nei primi mesi del 2021”. L’impegno per la Confesercenti è quello di creare le condizioni per fronteggiare questa nuova ondata di povertà.
“E’ urgente trovare ammortizzatori sociali anche per gli autonomi”, sollecita la Confederazione,
“un primo passo, concreto, in questa direzione, sarebbe l’istituzione di un fondo mirato al sostegno del reddito degli autonomi ‘licenziati’ dalla pandemia e che hanno dovuto cessare definitivamente l’attività”.