Circa 100 società internazionali si sono trasferite nei Paesi Bassi a seguito del referendum sulla Brexit nel giugno 2016 e altre 325 sono interessate a tale opzione. A mostrare interesse per l’ipotesi di trasferirsi nei Paesi Bassi vi sono diverse imprese britanniche, ma anche altre provenienti dall’America del Nord, dall’Asia e dall’Australia, secondo quanto dichiarato dall’Agenzia olandese per gli investimenti esteri (NFIA).
Secondo tale agenzia, l’incertezza riguardo la possibilità di un’uscita del Regno Unito dall’UE senza un accordo tra le parti sta spingendo diverse società a considerare l’opportunità di utilizzare i Paesi Bassi quale base per raggiungere il mercato europeo.
La data di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea è fissata per il prossimo 31 ottobre. Secondo le stime, le prime 62 società che si sono trasferite a seguito della Brexit hanno creato circa 2.500 posti di lavoro e 310 milioni di euro di investimenti nei Paesi Bassi, secondo dati diffusi dall’emittente pubblica olandese NOS.
Secondo quanto dichiarato dalla NFIA, la maggior parte delle società che hanno deciso di trasferirsi aveva motivi importanti, ad esempio relativi alle licenze bancarie o ai diritti di trasmissione, fondamentali per la presenza nel mercato dell’UE. (Italpress)