“Troppo fisco, troppa burocrazia, troppe norme, con una tassazione sul costo del lavoro che frena ogni crescita. L’accesso al credito sempre più difficile crea gravi difficoltà di liquidità alle piccole imprese. Sono gli impedimenti che bloccano le assunzioni, che frenano i giovani, la crescita del reddito e, soprattutto, rende l’impegno degli artigiani privo di soddisfazioni. Eppure è possibile cambiare e far crescere l’economia italiana e quella delle piccole imprese”. Daniele Giangiulli, responsabile Confartigianato Chieti-L’Aquila esamina i tabulati nazionali e le cifre dicono che nord e sud, sono uguali rispetto ai problemi degli artigiani. “Si lavora molto, nascono nuove imprese, ma il nostro è un settore con il freno”.
Perché c’è questa “ostilità” verso gli artigiani e il loro lavoro?
“Tutto il settore produttivo vive tenendo testa alle difficoltà quotidiane, con l’aggravante che l’artigiano è più solo, deve competere tra mille difficoltà. Le imprese italiane sono le più tassate d’Europa, abbiamo più norme e adempimenti da rispettare che fanno perdere tempo e soldi. C’è un costo del lavoro esorbitante che non è certo un incentivo per l’occupazione”.
C’è differenza tra un territorio e l’altro, tra una regione e l’altra?
“Possono esserci dei vantaggi territoriali, nel senso che vi sono aree più organizzate, tuttavia, complessivamente i problemi sono gli stessi. Tutto il settore dell’artigianato è gravato da problemi che possono essere risolti ma serve un impegno della politica, e delle istituzioni”.
Possiamo elencare le possibili soluzioni sulle quali Confartigianato spera di vincere la sfida per il futuro?
“Burocrazia, fisco, e accesso al credito sono questioni che devono essere discusse a livello di Governo. Noi, invece, stiamo portando avanti un nostro progetto, quello dell’innovazione de settore in ogni sua declinazione. Innovazione di filiera, di prodotto, di organizzazione, di promozione dei prodotti. Ci stiamo muovendo a tutto campo e con risultati che ci fanno ben sperare”.
Con quali strumenti puntate sull’innovazione.
“Come Confartigianato abbiamo dato vita al ‘Digital innovation hub’, una rete di 40 associazioni di Confartigianato che punta sui temi più innovativi”
Con quali obiettivi?
“In concreto come l’innovazione può essere calata nella gestione delle imprese. L’iniziativa ha segnato una svolta positiva. Molti artigiani sono diventati consapevoli che dotarsi di nuovi strumenti, che impegnarsi sulla innovazione rende migliori le performance delle imprese, si abbattono i costi, si migliorano i prodotti e i profitti. Si ha in generale una capacità ulteriore per essere competitivi sui mercati”.
Basta solo innovarsi per crescere?
“No, l’innovazione è oggi indispensabile, ma non è tutto. Serve un cambio di passo da parte dei Governi da quello presente a quello futuro, bisogna comprendere le necessità degli artigiani. In Europa le piccole imprese hanno sgravi, sostegni finanziari, procedure snelle e rapide. Noi chiediamo di essere messi al passo dei tempi”.
Reddito di cittadinanza e Fiat Tax, cosa ne pensa?
“Il reddito di cittadinanza è un limite alla crescita anche occupazionale, la consideriamo una scelta assistenzialista e totalmente improduttiva, mentre la Fiat Tax ci darebbe una mano. Abbiamo uno studio che dice che l’80% delle imprese artigiane ne avrebbe dei vantaggi. In primo luogo si potrebbe tornare ad assumere a tutto vantaggio dei giovani e del loro reddito. Oltre alle opportunità occupazionali ci sarebbe la possibilità di investire nella formazione digitale, in e.Commerce, in sviluppo e ricerca. Noi siamo disposti al confronto, l’importante è fare in fretta. Non c’è molto tempo da perdere di fronte ad una economia che ha solo bisogno di crescere”.