Autrice, compositrice ed interprete di numerosi brani, di colonne sonore che hanno concorso al prestigioso premio Nastro d’Argento, artista trasmessa dai più importanti Network in Russia: Autoradio e Radio Romantika, vanta numerosi premi per la sensibilizzazione sul tema della violenza sulle donne tra cui: il Premio Gef Global Education Festival e il Premio Donna di Fiori, nonché Artista Testimonial Unicef 2020.
Da dove nasce il tuo impegno sociale?
Sono diversi gli episodi che ho vissuto in prima persona e che mi hanno portata ad occuparmi di temi sociali. Ho trascorso la mia infanzia in Iran per via del lavoro di mio padre, geologo impegnato nella costruzione di strade, viadotti, vie di collegamento sul territorio, e, a soli 8 anni, fui chiesta in sposa. I miei genitori rimasero stupiti e in qualche modo imbarazzati da questa richiesta.
Mia madre, ricordo, oltre a capire che si trattasse di un’usanza facente parte della loro cultura, si pose il problema di non ferirli, di non offenderli perché secondo loro noi avremmo dovuto essere onorati di aver ricevuto la richiesta. Mio padre fu più radicale ed io… io ricordo ancora molto bene lo stato d’animo… Ho provato i sentimenti e conosco i pensieri che rispettivamente si insediano nel cuore e nella mente di quelle fanciulle che si vedono strappare via dalle proprie famiglie magari dai propri fratelli, sorelle, amici, insomma da un’infanzia e un’adolescenza spensierata come dovrebbe essere.
Da adulta ho conosciuto la violenza psicologica che è subdola perché si insinua dentro, nella psiche, credi di essere tu stessa la sola causa dei tuoi mali e i sensi di colpa, parte dell’educazione cattolica di un tempo, fanno il resto.
Ho conosciuto la disparità di genere: il trattamento riservato alle donne in qualsiasi settore non è equiparabile, a parità di esperienze e capacità, a quello di un uomo con le stesse caratteristiche, non solo in termini di ruolo ma anche in termini economici e di potere.
Ho sempre sentito quindi una forte motivazione verso i temi sociali e forse sono state queste anche le motivazioni che mi spinsero a scegliere di laurearmi in Sociologia presso la Facoltà di Scienze e Politiche, all’Università di Genova. Nel tempo la Musicista e la Sociologa hanno dato vita al mio impegno sociale.
La tua musica che diventa veicolo di sensibilizzazione? Quando hai iniziato?
Ho iniziato, senza avere una reale consapevolezza delle potenzialità., d’altronde ho cominciato a comporre a soli 11 anni ed erano canzoni per esprimere sensazioni provate, stati d’animo di gioia, dolore, allegria, solitudine… e delle esperienze che vivevo, e lo facevo componendo musica e i testi.
Fummo rimpatriati dall’Iran allo scoppio della rivoluzione del ’79 ed io mi sono portata dietro immagini, emozioni, paure, quella sensazione di incertezza sul futuro che captavo dagli adulti insomma la guerra. Scrissi in seguito la prima delle canzoni che rappresenta in ordine cronologico il primo atto del mio impegno sui temi sociali: “Nemidunam” in persiano significa “non lo so”, tratta appunto della guerra, e fu scelta come colonna sonora di una fiction tv di Canale5 dal titolo “Per Amore” >>> https://youtu.be/
Poi cito Yallah che ha conclamato il mio impegno alla lotta contro la violenza sulle donne; ARIA- il respiro della terra per l’ambiente; Aware, per i diritti delle bambine e, come dicono gli inglesi, Last but not Least “Non Dimenticar” sul tema degli Anziani.
Perché hai scelto questa canzone per raccontare il tema degli anziani, rivisitando un classico della musica italiana nonché grandissimo successo internazionale?
Perché amo raccontare le cose vere, quelle che mi accadono, quelle che mi toccano da vicino.
Un paio di anni or sono ho conosciuto la figlia di Gino Redi, autore di “T’ho voluto bene”, più conosciuta come “Non Dimenticar” a Roma: Daniela Pulci. Una serata magica la definirei, ci fu un amore a prima vista ovvero un’affinità elettiva. Lei mi raccontava della storia di suo padre ed io della mia attività artistica. Rimase colpita dalla mia sensibilità e vocalità così mi propose di rivedere e proporle una rilettura della canzone di suo padre.
Questa versione, un po’ sui generis e con una spiccata vena malinconica, mi è sembrata perfetta per raccontare il tema che stiamo vivendo tutti in tempo di Covid-19, che, a causa dell’emergenza sanitaria, ha costretto all’isolamento. Assistiamo inermi alla morte di molti anziani, nonni e genitori, che ci lasciano senza l’ultimo saluto e l’affettuoso abbraccio dei propri cari: l’ultimo sguardo, il sorriso e le lacrime piene di ricordi di chi ti ama e tu hai amato.
Il prossimo brano, che tema tocca?
Il prossimo brano è in uscita a Natale 2020.
Tratta degli stereotipi, non degli stereotipi di genere ma in generale.
Il titolo fa già capire tutto: Pasta, Pizza, Mandolino. È un brano divertentissimo, che sdrammatizza, prende in giro un po’ tutti: noi Italiani con Pasta Pizza Mandolino, i Francesi con le loro insalate e la dieta, gli Inglesi con i Sandwich e la fissa per il lavoro, e non manca il richiamo al sogno Americano.