Se la destra, Salvini in testa, ha strumentalizzato il problema dell’immigrazione clandestina, trasformandolo in un problema di sicurezza, introducendo elementi di rozzezza e brutalità, sottovalutando e non condannando con forza il razzismo che ha ripreso fiato, la colpa è in gran parte della sinistra. Si, perché se non governi bene un problema molto sentito dalla gente e vissuto anche con sentimenti confusi e irrazionali, lasci ampia prateria a chi vuole scorrazzare nel torbido delle paure amplificandole per poi trarne profitto elettorale.
La sicurezza non è né di destra né di sinistra. È un’esigenza fondamentale che lo Stato deve garantire ai cittadini nel rispetto degli altri valori costituzionali.
Se il quadro di riferimento della sicurezza è quello dell’autoritarismo è ovvio che altri valori saranno sacrificati al simulacro dello slogan “legge e ordine” che spesso significa “ordine anche contro la legge”. Se la sicurezza viene armonizzata con il rispetto della persona umana, con la tutela della libertà personale e con la solidarietà e l’accoglienza, si ha una politica equilibrata e senza eccessi. La sinistra ha spesso subordinato la sicurezza rispetto ad altri valori e questo è un errore grave soprattutto quando si ha a che fare con una percezione distorta dell’insicurezza di cui non si può non tener conto.
Lo Stato che non sa adeguatamente punire i responsabili di crimini diffusi che turbano la tranquillità dei cittadini è uno Stato che dà di sé un ‘immagine imbelle e lassista. Se le attuali norme consentono a chi ha commesso reati di particolare gravità e allarme sociale di poter continuare a circolare liberamente, la sicurezza dei cittadini non è tutelata. Quelle norme vanno cambiate perché il garantismo verso i presunti colpevoli è sacrosanto ma ancora più importante è dare la certezza ai cittadini che lo Stato è in grado di difenderli. Se la sinistra non ha il coraggio di modificare norme sbagliate, non si può meravigliare che la destra utilizzi l’insicurezza percepita come grimaldello per far saltare altri capisaldi della nostra civiltà giuridica. Invece di lamentarsi degli errori della destra, la sinistra dovrebbe fare un esame di coscienza e chiedersi se ha capito o meno come rafforzare la percezione di uno Stato che deve saper imporre il rispetto della legge e assicurare alla giustizia i criminali, piccoli o grandi che siano.
Stesso discorso vale per l’immigrazione clandestina. Non si possono accogliere tutti coloro che vogliono venire in Italia soprattutto in piena pandemia. Occorre porre dei limiti. Salvare i naufraghi è un dovere giuridico e morale, accogliere chi fugge da dittature e regimi criminali è un obbligo; aiutare chi fugge dalla povertà è una caratteristica della nostra tradizione e civiltà. Ma non si può dare l’impressione che tutto questo avvenga senza regole e senza condizioni. Chi viene accolto nel nostro Paese deve sapere che se non rispetta le nostre leggi e ricorre alla violenza perde ogni diritto all’accoglienza e viene rispedito tempestivamente al Paese di provenienza. I tre nigeriani positivi al Covid che hanno aggredito a morsi il personale dell’ospedale del celio mettendo a soqquadro un intero reparto sono stati denunciati per violenza privata, resistenza e violenza e oltraggio a pubblico ufficiale. In questi casi, invece, essendo evidente la flagranza del reato sarebbe stato meglio assicurarli subito alla giustizia e comunicare loro e all’opinione pubblica che saranno rimpatriati non appena le condizioni sanitarie lo consentiranno.
Solo se lo Stato di diritto dimostra la sua capacità di far rispettare le norme, le libertà e i diritti potranno essere tutelati. La debolezza e l’eccessiva indulgenza verso chi sbaglia aprono la strada alle peggiori involuzioni proprio sul terreno dei diritti.
La sinistra e questo Governo si sbrighino a pensarci e a prendere le misure necessarie se non vogliono trovarsi tra due anni con una destra ancor più forte di oggi.