Subito dopo la morte del nostro fondatore Alcide De Gasperi, ad agosto del 1954, la DC, non raggiungendo il premio di maggioranza introdotto dalla sua legge Truffa, si trovò di fronte ad una scelta complessa: proseguire sulla strada del centrismo, che aveva perso le elezioni, oppure sperimentare nuove strade.
Mario Scelba, allora Presidente del Consiglio dei Ministri, non voleva considerare né l’una né l’altra strada. Scelba vedeva la soluzione nello scontro diretto, avendo saputo di un finanziamento sovietico al Pci; ed è allora che dovette decidere se insistere sullo scandalo e rischiare la guerra civile ovvero di non rendere pubblica la notizia del finanziamento.
Moscopoli o Metropolgate, come vogliamo chiamarlo, ci riporta a quei tempi e al dilemma tra la scelta di terze vie da percorrere per salvare questo governo gialloverde che da solo non può più certamente andare avanti, ovvero passare ad uno scontro diretto tra quasi tutti i partiti presenti nell’arco parlamentare.
Il triumvirato Conte-Di Maio-Salvini si trova nel dilemma Scelba: valutare seriamente la terza via di un governo di unità nazionale, di cui abbiamo già scritto su queste colonne, da concretizzarsi anche con il supporto di un nuovo polo politico interparlamentare composto da moderati centristi, oppure andare allo scontro sul Metropolgate e far saltare tutto.
I tempi sono maturi per fare ripensamenti seri sulla logica politica del cambiamento ed evitare danni civili irreparabili. Il Triumvirato è bene che rifletta con consapevolezza, lasciando alla magistratura il compito di cercare la verità, e pensare a fare politica lasciando perdere commissioni inutili e interrogazioni parlamentari che intaserebbero solo i lavori camerali di vicende giudiziarie.
Il tempo a disposizione per recuperare il dissesto italiano è poco, molto poco.