Un’operazione antiterrorismo nel nord‑ovest della Turchia si è trasformata in una delle giornate più sanguinose degli ultimi mesi. Sei presunti combattenti dell’ISIS e tre agenti di polizia sono stati uccisi durante un raid nella provincia di Yalova, a sud di Istanbul, come confermato dal ministero dell’Interno turco. L’operazione, condotta all’alba, mirava a smantellare una cellula jihadista nascosta in un’abitazione del distretto di Elmalık. Quando le forze speciali hanno fatto irruzione, i militanti hanno aperto il fuoco, dando il via a uno scontro durato diverse ore e costringendo le unità di supporto a intervenire da province vicine. Secondo le autorità, tutti e sei i sospetti sono stati uccisi nel conflitto a fuoco, mentre almeno otto agenti e un guardiano notturno sono rimasti feriti. Il ministro dell’Interno Ali Yerlikaya ha dichiarato che il raid faceva parte di una vasta operazione nazionale contro reti dell’ISIS, con oltre cento perquisizioni simultanee in quindici province. Nell’abitazione presa di mira sono state evacuate cinque donne e sei bambini, trovati all’interno durante l’irruzione. Negli ultimi mesi la Turchia ha intensificato le operazioni contro cellule jihadiste, temendo possibili attacchi durante il periodo delle festività invernali. Solo una settimana fa, oltre cento sospetti erano stati arrestati con l’accusa di pianificare attentati contro minoranze religiose e obiettivi civili. Il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha ribadito che Ankara continuerà a “combattere senza tregua” le organizzazioni terroristiche che minacciano la sicurezza nazionale. Intanto, la provincia di Yalova resta sotto forte presenza delle forze dell’ordine, mentre proseguono le indagini per individuare eventuali complici e ricostruire la rete di contatti dei militanti uccisi.




Eccoli qua i criminali che non hanno nemmeno il coraggio delle proprie azioni mostrandosi in viso, solo solo dei vigliacchi assassini.