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Legge di Bilancio 2026, l’allarme dei pensionati autonomi

Cupla: misure insufficienti contro povertà e perdita del potere d’acquisto. Servono interventi strutturali su pensioni e sanità
lunedì, 29 Dicembre 2025
1 minuto di lettura

Il Comitato unitario dei pensionati del lavoro autonomo (Cupla) esprime forte preoccupazione per la proposta di legge di Bilancio 2026, giudicata inadeguata ad affrontare il crescente disagio sociale ed economico che coinvolge una quota sempre più ampia di anziani e pensionati. Secondo il Cupla, nonostante i segnali positivi sull’andamento dell’economia e sulla tenuta dei conti pubblici – elementi certamente rilevanti per il Paese – tali risultati non producono benefici concreti per i cittadini più fragili. Resta infatti invariata la crescita della povertà, che oggi colpisce oltre cinque milioni di persone, in larga parte pensionati e anziani. Il Cupla riunisce le otto Associazioni nazionali dei pensionati del lavoro autonomo, tra cui Cns Pensionati, e rappresenta complessivamente più di cinque milioni di pensionati.

Perdita potere acquisto

A confermare il quadro critico è anche la recente ricerca Cer-Cupla, che evidenzia un grave impoverimento delle pensioni dovuto a inflazione, drenaggio fiscale e persistenti disparità. Negli ultimi quindici anni la perdita di potere d’acquisto è stata significativa: tra il 2009 e il 2025 una pensione media di 1.200 euro ha perso circa 70 euro al mese, per un totale di oltre 8.900 euro. Ancora più pesante l’impatto sulle pensioni più elevate: un assegno da 3.000 euro mensili ha registrato una riduzione media di circa 300 euro al mese, con una perdita complessiva vicina ai 40mila euro.

Ridurre lo svantaggio fiscale

La manovra in discussione, pur introducendo alcuni interventi fiscali, non affronta in modo adeguato queste criticità strutturali. In particolare, non viene ridotto lo svantaggio fiscale accumulato sulle pensioni, né attraverso un sistema di detrazioni più favorevole né con l’introduzione di un bonus Irpef specifico per i pensionati a basso reddito.

Pensioni minime a 800 euro

Per questo il Cupla chiede al Governo e al Parlamento interventi concreti a tutela dei pensionati: il sostegno ai redditi più bassi mediante l’adeguamento graduale delle pensioni minime almeno fino a 800 euro mensili, ancora al di sotto della soglia di povertà; la riforma del meccanismo di indicizzazione, adottando l’indice Ipca – più rappresentativo del costo della vita degli anziani rispetto all’attuale Foi – e il ripristino della doppia indicizzazione, anche in relazione all’andamento dei salari.

Rafforzare la sanità

Particolare preoccupazione desta inoltre l’insufficiente finanziamento del Sistema sanitario nazionale (Ssn), soprattutto in prospettiva futura. Il Cupla ribadisce la necessità di un impegno pubblico più forte, con investimenti prioritari per il rafforzamento della sanità territoriale e di prossimità e per garantire la piena attuazione della Legge 33/2023 sulla Non Autosufficienza.

L’appello al Governo

Alla luce di queste criticità, il Cupla lancia un appello al Governo e al Parlamento affinché vengano introdotte le modifiche necessarie alla manovra e rinnova la proposta di istituire un Tavolo di lavoro permanente nell’ambito del Piano anziani nazionale (Pan), coinvolgendo tutte le parti sociali, per definire interventi concreti ed efficaci a sostegno degli anziani e dei pensionati.

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