Il conflitto in Ucraina entra nel vivo delle festività natalizie tra nuovi attacchi, segnali contraddittori sul piano diplomatico e sviluppi interni che continuano a pesare sulla popolazione civile.
Nella notte del 24 dicembre la capitale russa è stata scossa da una nuova esplosione. Un’auto è saltata in aria in via Yeletskaya, non lontano dal luogo dove nei giorni scorsi era stato ucciso il generale Fanil Sarvarov. Secondo quanto riferito dal Comitato investigativo russo e dall’agenzia Tass, l’esplosione ha provocato tre morti, tra cui due agenti della polizia stradale e un sospettato. Gli inquirenti parlano di un ordigno detonatosi mentre i poliziotti cercavano di fermare una persona ritenuta sospetta. Nella stessa area, poche ore prima, due agenti erano rimasti feriti in un altro episodio simile. Il sindaco Sergey Sobyanin ha inoltre riferito dell’abbattimento di due droni diretti verso Mosca, intercettati dalla difesa aerea.
Sul fronte ucraino, la notte è stata segnata da un massiccio attacco con droni. Secondo l’Aeronautica militare di Kiev, la Russia ha lanciato 116 droni d’attacco Shahed e di altro tipo da sei diverse direzioni. La maggior parte sarebbe stata abbattuta, ma un’infrastruttura critica nella regione di Chernihiv è stata colpita. In un messaggio alla nazione, il presidente Volodymyr Zelensky ha avvertito che l’Ucraina si prepara ad “attacchi sempre più duri durante le festività”, ribadendo la necessità di rafforzare la difesa aerea.
Sul terreno, Kiev ha confermato il ritiro delle proprie truppe dalla città di Siversk, nel Donetsk. La decisione, spiegano le Forze armate ucraine, è stata presa per preservare la vita dei soldati di fronte alla superiorità numerica e alla pressione costante delle unità russe, che avevano annunciato la conquista della città già l’11 dicembre. Mosca ha inoltre rivendicato la presa del villaggio di Zarechnoye, nella regione di Zaporizhzhia, segnalando nuovi avanzamenti sul fronte meridionale.
Parallelamente, si muove la diplomazia. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha confermato che l’inviato speciale Kirill Dmitriev ha già riferito al presidente Vladimir Putin sui colloqui avuti a Miami con la delegazione statunitense. Mosca, ha spiegato Peskov, formulerà la propria posizione sulla base di quel rapporto e intende proseguire i contatti con Washington attraverso i canali già attivi. Zelensky ha dichiarato che un colloquio tra il team negoziale americano e Putin potrebbe avvenire proprio oggi, sottolineando che Kiev attende chiarimenti nelle prossime ore.
Nel frattempo, il presidente ucraino ha fornito nuovi dettagli sul piano Usa-Ucraina. Secondo Zelensky, il documento inviato a Mosca prevede che l’Ucraina organizzi le elezioni presidenziali “il prima possibile” dopo la firma di un accordo di pace. Allo stesso tempo, ha chiarito che non esiste ancora un consenso con Washington sulla questione dei territori del Donetsk né sulla gestione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, ipotizzata come amministrazione congiunta tra Stati Uniti, Ucraina e Russia.
Il sostegno europeo resta centrale. In un colloquio telefonico, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha informato Zelensky delle decisioni del Consiglio europeo, confermando 90 miliardi di euro di finanziamenti a favore di Kiev nei prossimi due anni. Le due parti hanno discusso anche degli sviluppi dei colloqui di pace, mentre Bruxelles ha ribadito la propria solidarietà alla popolazione ucraina colpita da raid notturni “inermi e mortali”.
A pesare ulteriormente sul quadro umanitario è infine un nuovo decreto firmato da Putin, che consente alle autorità russe di confiscare immobili considerati “senza proprietario” nelle zone contese. La misura colpisce in particolare gli ucraini fuggiti o rimasti uccisi nei combattimenti e richiede la presentazione di documenti validi insieme al passaporto russo. Secondo testimonianze raccolte dal Kyiv Independent, il provvedimento viene percepito come uno strumento per consolidare il controllo russo sui territori annessi dal 2022.



