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Epstein Files, nuova pubblicazione: 119 pagine con censure ridotte al minimo

lunedì, 22 Dicembre 2025
1 minuto di lettura

Il Dipartimento di Giustizia statunitense ha ripubblicato 119 pagine di documenti legati al caso Epstein, annunciando “censure minime” rispetto alle versioni precedenti. Un gesto che, nelle intenzioni ufficiali, punta a rafforzare la trasparenza su uno dei dossier più controversi degli ultimi anni, ma che riapre inevitabilmente interrogativi politici, giudiziari e sociali. I file, parte di un più ampio archivio investigativo, includono testimonianze, scambi interni e materiali raccolti durante le indagini sui traffici sessuali orchestrati dal finanziere Jeffrey Epstein. Le nuove versioni mostrano ampie porzioni di testo finalmente leggibili, con nomi e dettagli operativi che in passato erano stati oscurati. Restano tuttavia coperti alcuni riferimenti considerati “sensibili” per la sicurezza delle persone coinvolte o per procedimenti ancora in corso. La ripubblicazione arriva in un momento in cui l’opinione pubblica americana continua a chiedere chiarezza sulle responsabilità istituzionali e sulle eventuali protezioni di cui Epstein avrebbe goduto. Gruppi per la trasparenza e associazioni per i diritti delle vittime hanno accolto la mossa come un passo avanti, pur sottolineando che la piena ricostruzione dei fatti richiederà l’accesso a documenti ancora non divulgati. Sul piano politico, la decisione del Dipartimento di Giustizia alimenta un dibattito già incandescente: da un lato chi vede nella pubblicazione un atto dovuto, dall’altro chi teme che la selezione delle informazioni possa orientare la percezione pubblica. In ogni caso, i nuovi file riaccendono l’attenzione su una vicenda che continua a proiettare ombre lunghe sul sistema giudiziario americano.

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