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Gaza, accordo su amministrazione transitoria mentre Israele accelera sugli insediamenti in Cisgiordania

Il Gabinetto di sicurezza ne ha approvati 19, l’estrema destra sionista esulta. Trump insiste sul progetto Sunrise, la Striscia trasformata nella Riviera del Medio Oriente
lunedì, 22 Dicembre 2025
2 minuti di lettura

Il Medio Oriente resta attraversato da una sovrapposizione di decisioni politiche unilaterali, iniziative diplomatiche e una crisi umanitaria che continua a produrre vittime, mentre sullo sfondo si ridefiniscono equilibri regionali che vanno ben oltre la Striscia di Gaza. Sul piano diplomatico, a Miami si è svolto un vertice tra Stati Uniti, Egitto, Qatar e Turchia, che hanno annunciato progressi verso la seconda fase del piano di pace per Gaza. L’inviato statunitense Steve Witkoff ha confermato il sostegno alla creazione di un’amministrazione transitoria, il cosiddetto Board of Peace, incaricata di garantire sicurezza, governance civile e ricostruzione. La prima fase dell’accordo avrebbe già prodotto un aumento dell’assistenza umanitaria, la restituzione dei corpi degli ostaggi, il ritiro parziale delle forze e una riduzione delle ostilità. In questo quadro si inserisce il Project Sunrise, il piano promosso da Donald Trump e sviluppato con Jared Kushner, che punta a trasformare Gaza nella “Riviera del Medio Oriente”. Il progetto prevede investimenti per oltre 112 miliardi di dollari in dieci anni, destinati a infrastrutture, smart city, piattaforme digitali e resort di lusso. Una visione ambiziosa che, se da un lato promette sviluppo e integrazione regionale, dall’altro solleva forti interrogativi politici e sociali sulla sostenibilità del modello e sull’effettiva inclusione della popolazione palestinese. Intanto, la guerra continua a colpire duramente la popolazione civile. A Gaza City, tre donne di una stessa famiglia sono state trovate morte sotto le macerie della loro abitazione nel quartiere di Sheikh Radwan, già danneggiata da precedenti bombardamenti, mentre altre due persone risultano disperse. Secondo le autorità sanitarie di Gaza, dal 7 ottobre 2023 il bilancio complessivo è salito a 70.925 morti e 171.185 feriti. Dall’entrata in vigore del cessate il fuoco del 10 ottobre, sarebbero stati uccisi 401 palestinesi e oltre 1.100 feriti. Le Nazioni Unite avvertono che più del 75% della popolazione della Striscia affronta livelli estremi di insicurezza alimentare e rischi critici di malnutrizione. In questo contesto, il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa ha celebrato in anticipo la messa di Natale nella chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, al termine di una visita pastorale che lo ha portato anche nelle tendopoli degli sfollati lungo la costa, colpite dal maltempo. Un gesto simbolico che ha riacceso l’attenzione sulla reale natura degli aiuti in ingresso nella Striscia. Secondo il parroco Gabriel Romanelli, infatti, molti dei camion attualmente in circolazione trasportano merci destinate alla vendita e non veri aiuti umanitari.

Insediamenti in Cisgiordania

In Israele, il gabinetto di sicurezza ha approvato la creazione di 19 nuovi insediamenti nella Cisgiordania occupata, portando a 69 il numero totale autorizzato negli ultimi tre anni. La decisione, promossa dal ministro delle Finanze Bezalel Smotrich insieme al ministro della Difesa Israel Katz, è stata salutata dallo stesso Smotrich come un passo decisivo per “bloccare la creazione di uno Stato terrorista palestinese” e rafforzare il controllo israeliano sui territori. Una mossa che rischia però di inasprire ulteriormente le tensioni con la comunità internazionale, già fortemente critica verso l’espansione delle colonie.

Posizionamento dell’Iran

Sul piano militare, il capo di stato maggiore delle Forze di difesa israeliane, Eyal Zamir, ha dichiarato che l’esercito colpirà i nemici di Israele “ovunque sia necessario, su fronti vicini e lontani”, indicando l’Iran come il fulcro della minaccia strategica. Secondo Zamir, Teheran avrebbe finanziato e armato la rete di gruppi ostili che circondano Israele. Nel suo intervento, il generale ha anche lasciato emergere tensioni interne ai vertici militari, facendo riferimento allo stallo sulle nomine di alto livello bloccate dal ministro della Difesa. le tensioni geopolitiche si estendono anche ai Caraibi. Il Venezuela ha denunciato il sequestro di due petroliere da parte degli Stati Uniti e ha ricevuto un’offerta di cooperazione dall’Iran, che ha ribadito la propria solidarietà a Caracas senza annunciare misure concrete. In un contesto segnato dal coinvolgimento anche di Russia e Cina, la crisi venezuelana si intreccia così con le dinamiche mediorientali, rafforzando un fronte di contrapposizione globale.

Raid in Libano

Parallelamente, Israele ha condotto nuovi raid contro presunte postazioni di Hezbollah nel sud del Libano. Secondo i media israeliani, due diverse operazioni dell’esercito hanno colpito l’area della città di Yater, confermando come il conflitto resti aperto anche sul fronte settentrionale e continui a minacciare un’escalation regionale.

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