Un venerdì di terrore ha scosso Taipei, dove un uomo armato di coltello ha ucciso tre persone e ne ha ferite diverse altre dopo aver lanciato un fumogeno nella metropolitana della capitale taiwanese. L’attacco, avvenuto tra la Taipei Main Station e la stazione di Zhongshan, ha colpito una delle aree più affollate della città, trasformando l’ora di punta in una scena di caos e panico. Secondo quanto riferito dalle autorità locali e dai media taiwanesi, l’aggressore — un cittadino taiwanese di circa vent’anni — ha inizialmente fatto esplodere una granata fumogena nei pressi di un’uscita della Taipei Main Station, provocando la fuga dei passeggeri e ferendo almeno due persone. Subito dopo si è spostato verso nord, dirigendosi verso la stazione di Zhongshan, dove ha iniziato ad accoltellare indiscriminatamente i passanti. Tra le vittime, anche un uomo sulla cinquantina che ha subito un arresto cardiaco poco dopo l’esplosione del fumogeno. La dinamica dell’attacco si è estesa oltre la metropolitana: l’uomo ha infatti raggiunto un vicino complesso commerciale, l’Eslite Spectrum Nanxi, dove ha continuato a colpire prima di tentare la fuga. Braccato dalla polizia, è precipitato da un edificio, morendo poco dopo in ospedale. Le autorità ritengono che si sia trattato di un gesto deliberato, ma il movente resta al momento sconosciuto. Il premier Cho Jung-tai ha definito l’episodio “un atto intenzionale”, assicurando che il governo rafforzerà la sicurezza nei nodi di trasporto e nelle aree commerciali più frequentate. Le immagini diffuse dai media locali mostrano agenti che delimitano le zone colpite e squadre di soccorso impegnate a evacuare i feriti. L’attacco ha riaperto il dibattito sulla sicurezza nelle metropolitane taiwanesi, considerate tra le più efficienti e sicure dell’Asia. A Taipei, intanto, la comunità prova a elaborare lo shock di una violenza improvvisa e senza apparente spiegazione, mentre le indagini proseguono per ricostruire ogni passaggio della tragedia.



