Jimmy Lai, imprenditore e figura simbolo del movimento pro‑democrazia di Hong Kong, è stato condannato nell’ambito del processo per sicurezza nazionale per il quale rischia ora una pena mai inflitte a un attivista nella città. Il 76enne fondatore dell’ormai chiuso quotidiano Apple Daily era accusato di collusione con forze straniere e di utilizzo del suo giornale per sostenere campagne internazionali contro il governo locale e contro Pechino. Reati che, secondo la legge sulla sicurezza nazionale introdotta nel 2020, possono comportare l’ergastolo. Il processo, durato mesi e celebrato senza giuria, è stato seguito con attenzione dalla comunità internazionale, che ha visto nel caso Lai un banco di prova per la libertà di stampa e per l’autonomia giudiziaria di Hong Kong. La difesa ha sostenuto che le accuse siano state motivate politicamente e che le attività di Lai rientrassero pienamente nel lavoro giornalistico e nel diritto alla libertà di espressione. L’accusa, invece, lo ha descritto come «un attore centrale» in una rete di pressione globale volta a «minare la sicurezza nazionale della Cina». Lai è in carcere dal 2020 e ha già scontato diverse condanne minori legate alle proteste pro‑democrazia. Il suo giornale, noto per le posizioni critiche verso Pechino, è stato costretto a chiudere dopo il congelamento dei beni e l’arresto dei dirigenti. Per molti osservatori, il caso rappresenta la fine simbolica dell’era in cui Hong Kong era considerata un porto sicuro per il giornalismo indipendente in Asia. In precedenza, le reazioni internazionali non si sono fatte attendere: Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea avevano espresso «profonda preoccupazione», chiedendo un processo equo e trasparente. Pechino respinge le critiche definendole «interferenze esterne» e ribadendo che la legge sulla sicurezza nazionale è «necessaria per ristabilire l’ordine».




“Jimmy Lai, imprenditore e figura simbolo del movimento pro‑democrazia di Hong Kong”. Interessante la “Democrazia Comunista”, condannato per violazione della legge sulla sicurezza nazionale, resta da capire se questa sicurezza riguarda i Cittadini che notoriamente non possono esprimersi o invece riguarda il partito e il potere assoluto che si è arrogato.