In Ucraina la notte tra giovedì e ieri è stata segnata da una nuova ondata di attacchi russi contro infrastrutture industriali ed energetiche. Secondo l’operatore pubblico UkrEnergo oltre un milione di utenze sono rimaste senza elettricità e la situazione più critica riguarda le regioni di Odessa, Mykolaiv e Kherson.
La centrale nucleare di Zaporizhzhia ha perso per la dodicesima volta dall inizio della guerra l’alimentazione esterna, rimanendo temporaneamente scollegata dalla rete prima che le linee venissero ripristinate. Volodymyr Zelensky ha denunciato che più di una dozzina di strutture civili sono state colpite in sette regioni e che migliaia di famiglie sono ancora senza luce e acqua. Il presidente ha accusato Mosca di voler infliggere “il massimo dolore possibile” alla popolazione e ha chiesto un ulteriore rafforzamento della difesa aerea, maggiore gittata per le forze ucraine e più pressione internazionale sulla Russia. Intanto gli Stati Uniti cercano di imporre il proprio schema negoziale.
La Casa Bianca sarebbe pronta a sostenere un referendum nel Donbass sotto supervisione internazionale e a offrire garanzie di sicurezza modellate sull’articolo 5 della Nato. E mentre l’emissario di Trump per l’Ucraina, Steve Witkoff, è atteso a Berlino per incontrare Zelensky e i leader europei, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha graziato 123 detenuti stranieri e oppositori interni su mediazione degli USA, che in cambio avvieranno la revoca delle sanzioni sul settore del potassio.
Sul piano militare il comandante in capo Oleksandr Syrskyi ha parlato di una situazione “estremamente difficile” lungo quasi tutta la linea del fronte, con fino a trecento scontri al giorno. Nonostante l’avanzata russa in alcuni settori nel mese di novembre, Syrskyi rivendica una controffensiva locale nella zona di Pokrovsk e Mirnohrad, dove le truppe ucraine avrebbero riconquistato sedici chilometri quadrati.
Congelamento permanente degli asset russi
Mentre la guerra di logoramento continua, l’Unione europea ha approvato la proroga a tempo indeterminato del congelamento dei beni russi, circa duecentodieci miliardi di euro custoditi in gran parte presso Euroclear. La misura apre la strada al prestito di Riparazione per l’Ucraina finanziato con i profitti maturati su queste somme. Mosca annuncia azioni legali e alza i toni politici. La portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova definisce il congelamento un “furto evidente” e accusa Bruxelles di voler sabotare i tentativi di pace promossi dagli Stati Uniti.
Kirill Dmitriev attacca personalmente Ursula von der Leyen accusandola di voler “rubare le riserve sovrane russe”. Anche all’interno dell’Unione il dossier rimane divisivo. Italia, Belgio, Bulgaria e Malta hanno approvato la norma con riserva chiedendo ulteriori garanzie giuridiche. Il ministro Antonio Tajani ribadisce che Roma vuole evitare rischi legali che danneggerebbero il paese e l’Unione.
Il nodo sarà al centro del Consiglio europeo di giovedì e venerdì. In quest quadro, l’adesione dell’Ucraina all’Ue si intreccia con la diplomazia. La commissaria Marta Kos sostiene che, in questo caso, l’allargamento è una “questione di sicurezza”. Ventisei governi hanno dato il via libera all’apertura di tre capitoli negoziali, mentre l’opposizione di Budapest resta l’ostacolo principale.
Allarme bomba su un treno internazionale
In Moldova un treno Bucarest Kiev è stato fermato ieri al valico di Vălcineț dopo una telefonata anonima che segnalava un ordigno a bordo. Sono state attivate le procedure di emergenza e verificata la minaccia.



