L’energia non è solo una voce di costo, ma una questione di sicurezza nazionale e di competitività del sistema produttivo. A ribadirlo è Emanuele Orsini Presidente di Confindustria, intervenendo ad Atreju, dove ha richiamato l’urgenza di scelte rapide e coordinate a livello europeo. “Per rimanere competitivi uno degli elementi più importanti è l’energia. Non è un problema solo per le imprese, ma anche per le famiglie», ha detto, sottolineando la necessità di «fare presto per arrivare a un vero mercato unico dell’energia”. Orsini si è definito “europeista convinto”, ma ha chiesto all’Unione di accelerare sui “compiti a casa”, a partire da regole comuni e strumenti capaci di ridurre i divari tra Paesi. In parallelo, ha rilanciato la richiesta storica di Confindustria di un piano industriale con una prospettiva almeno triennale, condizione essenziale per sostenere gli investimenti. “Abbiamo lavorato insieme perché l’iperammortamento coprisse il 2026-27-28. Speriamo rimanga così: è la via giusta per dare una visione di lungo termine a chi investe”.
Nel quadro delle politiche per la crescita, il Presidente degli industriali ha citato anche la Zes, che “sta facendo sì che il Sud diventi più forte”, rimarcando come la competitività passi da scelte strutturali e da un orizzonte ambizioso. “Serve volare alto: per essere produttivi e incrementare la competitività servono investimenti”.
Capitolo commercio internazionale
Orsini ha espresso preoccupazione sul Mercosur, ma ha invitato a non perdere un’opportunità che dura da 25 anni. “Ci aspettiamo che gli Usa possano avere un calo nel prossimo anno e per noi restano un partner importante. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione”, ha detto, ricordando il peso del voto italiano, definito “determinante”. Alla luce dell’astensione del Belgio e delle posizioni in campo, Orsini ha sollecitato una soluzione rapida che tenga insieme interessi diversi: “Serve trovare condizioni che diano tranquillità agli agricoltori, con compensazioni e tutele adeguate, ma non possiamo rinunciare a un pezzo di Pil così rilevante come quello dell’industria europea”.



