La Repubblica Ceca ha un nuovo primo ministro: il miliardario di destra Andrej Babiš ha prestato giuramento a Praga, assumendo ufficialmente la guida del governo dopo settimane di trattative e tensioni politiche. L’ex imprenditore, già noto per il suo impero agroalimentare e mediatico, torna al centro della scena istituzionale con un mandato che promette di ridisegnare gli equilibri del Paese. La cerimonia si è svolta al Castello di Praga, alla presenza del presidente e delle principali autorità dello Stato. Babiš ha giurato fedeltà alla Costituzione e ha ribadito l’impegno a “difendere gli interessi della nazione”, sottolineando la necessità di un governo forte e pragmatico. Il suo ritorno al potere segna una svolta significativa: dopo anni di leadership alternata e coalizioni fragili, la Repubblica Ceca si affida nuovamente a una figura controversa ma capace di catalizzare consenso. Il nuovo premier ha già delineato le priorità del suo esecutivo: controllo dell’immigrazione, sostegno alle imprese nazionali e rafforzamento della posizione del Paese all’interno dell’Unione Europea, pur mantenendo un approccio critico verso Bruxelles. Sul piano interno, Babiš promette di ridurre la burocrazia e di investire in infrastrutture, mentre sul fronte internazionale punta a consolidare i rapporti con i partner centroeuropei, in particolare Polonia e Ungheria. La sua ascesa non è priva di ombre. Le opposizioni denunciano conflitti d’interesse legati alle sue attività economiche e temono un ulteriore indebolimento delle istituzioni democratiche. Tuttavia, la sua capacità di parlare direttamente all’elettorato, presentandosi come uomo “fuori dal sistema”, continua a garantirgli un seguito solido. Con il giuramento di Andrej Babiš, la Repubblica Ceca apre una nuova fase politica: un governo guidato da un leader che divide, ma che difficilmente lascia indifferenti.



