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Trump insiste sul piano, ma Mosca nega concessioni. Intanto Putin firma decreto per “russificare” i territori occupati

Limiti all’esercito, Donbass e Nato: persistono le divergenze tra Washington e Kiev. Malumori al Congresso per i rapporti Witkoff-Ushakov
giovedì, 27 Novembre 2025
2 minuti di lettura

Nonostante l’ottimismo di Donald Trump, secondo cui i russi starebbero “facendo concessioni”, il negoziato sul piano di pace resta bloccato. Una fonte ucraina di alto livello ha detto alla Cnn che tra Washington e Kiev persistono divergenze su tre questioni centrali, mentre da Mosca arriva una smentita netta sulle presunte concessioni e da Bruxelles Kaja Kallas avverte che senza rinunce del Cremlino non ci sarà alcun accordo. Kiev non intende cedere territori nel Donbas, difesi da una “cintura di fortezze”. Non accetta nemmeno il limite di seicentomila uomini per le forze armate, se non con modifiche sostanziali, né la rinuncia all’ingresso nella Nato, giudicata un pericoloso precedente che darebbe a Mosca un veto implicito sull’alleanza.Reuters ha rivelato che la bozza americana deriva da un “non paper” russo consegnato all’amministrazione Trump in ottobre, dove Mosca elencava le proprie condizioni, inclusa la cessione di parti dell’Ucraina orientale. Il testo sarebbe stato discusso dopo l’incontro Trump-Zelensky e successivamente a Miami con Kushner, Witkoff e il banchiere russo Dmitriev. Nel Congresso USA cresce il sospetto che la bozza rifletta posizioni più russe che americane. La fuga di notizie sulla telefonata del 14 ottobre tra l’inviato Usa Steve Witkoff e il consigliere di Putin Yuri Ushakov, in cui il primo suggeriva al Cremlino come convincere Trump, ha creato forti polemiche. Trump ha difeso Witkoff parlando di “normale trattativa”. Ushakov ha evocato un tentativo di sabotaggio dei colloqui e ha confermato di aver ricevuto l’ultima versione del piano. Rubio e il vicepresidente JD Vance negano divisioni nell’amministrazione. Ma il piano che Trump dichiara imminente di fatto resta sospeso tra richieste russe, pressioni europee e i paletti ucraini su Donbas, Nato e dimensioni dell’esercito.

La mossa su Minsk

Parallelamente al negoziato, la Casa Bianca cerca per se stessa risultati diplomatici immediati. Washington ha avviato un riavvicinamento alla Bielorussia, discutendo la liberazione di oltre cento prigionieri politici in cambio dell’alleggerimento di alcune sanzioni. Minsk ha già liberato decine di detenuti, ma molte capitali europee guardano con sospetto a questa apertura verso un alleato di Mosca.

Putin: “russificare” i territori occupati

Mosca da parte sua non mostra segnali di flessibilità. Il vice ministro Ryabkov ha escluso concessioni, smentendo pubblicamente Trump, e ha denunciato la continuità degli aiuti USA, in armi e intelligence, a favore di Kiev. Intanto, mentre Kiev ribadisce che non rinuncerà ai territori occupati, un decreto firmato da Putin punta a rafforzare sin da subito il controllo linguistico e culturale nelle zone annesse per far sì che entro il 2036 il 95% della popolazione dei territori si identifichi come russa.

Rutte e Bruxelles: pace possibile

In questo quadro, il segretario generale della Nato Mark Rutte ritiene comunque realistico un accordo entro il 2025, ma avverte che la Russia resterà una minaccia sistemica anche dopo un eventuale cessate il fuoco. Von der Leyen, parlando con Zelensky, ha ribadito che sanzioni e sostegno militare all’Ucraina devono continuare finché Mosca rifiuta negoziati credibili. Kaja Kallas definisce infondato il racconto secondo cui Kiev starebbe perdendo terreno. Per l’Alta rappresentante Ue la guerra finirà solo quando la Russia sarà costretta a negoziare davvero e ad accettare concessioni. Chiede inoltre di colpire più duramente il bilancio militare russo e di utilizzare i beni russi congelati per sostenere la difesa ucraina.

Huliaipole: situazione critica

Lo Stato Maggiore ucraino parla di una situazione “difficile” nell’area di Huliaipole, dove Mosca sta avanzando. Kiev assicura che non c’è accerchiamento e che i rifornimenti continuano, ma conferma scontri feroci “per ogni metro”. Nbc News riferisce che il segretario dell’esercito Usa Dan Driscoll, nei colloqui di Ginevra, avrebbe avvertito gli ucraini che “stanno perdendo” e che conviene accettare l’accordo finché è possibile.

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