Una pioggia definita “una volta ogni 300 anni” ha colpito la città thailandese di Nakhon Si Thammarat, provocando inondazioni senza precedenti e aggravando la crisi climatica che sta investendo l’intero Sud-est asiatico. Secondo il Dipartimento meteorologico thailandese, in sole 24 ore sono caduti oltre 600 millimetri di pioggia, superando ogni record storico e trasformando strade, quartieri e campi coltivati in laghi improvvisati. L’evento estremo, causato da un sistema monsonico intensificato dal riscaldamento delle acque del Golfo di Thailandia, ha messo in ginocchio la città e ha costretto migliaia di persone ad abbandonare le proprie abitazioni. Le autorità locali hanno dichiarato lo stato di emergenza, mentre l’esercito è stato mobilitato per soccorrere le zone più colpite e distribuire viveri e medicinali. Le immagini diffuse sui social mostrano autobus sommersi, tetti appena visibili e famiglie che si spostano su zattere improvvisate. Le scuole sono state chiuse, gli ospedali operano a capacità ridotta e l’aeroporto regionale ha sospeso tutti i voli. Il premier thailandese ha definito l’evento “una tragedia climatica” e ha chiesto aiuto alla comunità internazionale per affrontare le conseguenze. Ma la Thailandia non è sola. Inondazioni simultanee stanno colpendo anche il Laos, il Vietnam e la Cambogia, dove i fiumi Mekong e Tonlé Sap hanno superato i livelli di guardia. Secondo l’ASEAN Disaster Management Centre, oltre 2 milioni di persone sono state coinvolte in qualche forma di evacuazione o assistenza. Gli esperti avvertono che eventi meteorologici di questa intensità, un tempo rari, stanno diventando più frequenti a causa del cambiamento climatico. “Non si tratta più di anomalie, ma di una nuova normalità”, ha dichiarato un climatologo dell’Università di Bangkok.



