Donald Trump parla di un’intesa “molto vicina”, ma per il Cremlino è “prematuro” dire che la firma sia imminente. L’Europa insiste su una pace “giusta e duratura” e teme concessioni territoriali. Zelensky ha accettato la bozza in 19 punti, ma vuole discutere i dettagli a Washington, richiesta che la Casa Bianca rimanda. Intanto, le bombe su Kiev causano almeno sette morti e nuovi missili S-300 colpiscono Kharkiv. Per Ursula von der Leyen è il “copione noto” di Mosca: più i negoziati avanzano, più aumentano i raid.
Nei prossimi giorni l’inviato statunitense Steve Witkoff – forse con Jared Kushner – sarà a Mosca per lavorare sul piano in 19 punti, versione corretta della bozza iniziale in 28. Trump avverte però che vedrà Zelensky e Putin solo “quando l’intesa sarà chiusa”.
Dal suo volo verso la Florida, il presidente americano ha ritirato la scadenza imposta all’Ucraina: “La deadline è quando sarà finita”. I nodi restano le cessioni territoriali: “Non puoi ripulire un confine passando in mezzo a una casa o a un’autostrada”. A suo dire, Mosca starebbe facendo “concessioni significative”, la principale delle quali sarebbe “smettere di combattere e non conquistare più territori”.
La ricostruzione
Un’inchiesta di Bloomberg ricostruisce l’origine della bozza iniziale: il 14 ottobre Witkoff avrebbe suggerito al consigliere di Putin, Yuri Ushakov, di “lusingare Trump” sul modello del cessate il fuoco di Gaza e proporre un piano simile per l’Ucraina, dichiarandosi convinto che la Russia volesse la pace e assicurando ampia discrezionalità. Quel documento, giudicato troppo favorevole a Mosca, è stato poi riscritto per soddisfare le richieste di Kiev. Trump ha minimizzato la fuga di notizie come “tattica negoziale standard” e ribadito che l’Ucraina “deve arrivare a compromessi”.
Mosca mantiene una linea prudente. Peskov parla di “tempi non maturi”, pur confermando “contatti in corso” con gli Stati Uniti. Ushakov definisce l’intervento europeo “inutile” e sostiene che le relazioni con Washington “si stanno ricostruendo con difficoltà”.
Al Parlamento europeo, von der Leyen ha ribadito che per l’Unione non ci possono essere limiti alle forze ucraine né confini cambiati con la forza. “Ogni volta che i negoziati avanzano, la Russia intensifica la violenza”, ha detto, riaffermando il principio: “Nulla sull’Ucraina senza l’Ucraina”.
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ritiene possibile che la guerra finisca “entro il 2025”, ma avverte che la minaccia russa continuerà anche dopo un accordo. “Questa carneficina deve finire”, ha dichiarato.



