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Autonomie in bilico, il monito del Colle: “Le Province non restino sospese”

Mattarella all’Assemblea dell’UPI: “Anni di incertezza hanno indebolito servizi e diritti. La riforma è incompiuta, ora serve una scelta chiara su ruolo e funzioni degli enti territoriali”
mercoledì, 26 Novembre 2025
2 minuti di lettura

Ieri all’assemblea nazionale dell’UPI, riunita a Lecce, Sergio Mattarella ha mandato un vero e proprio ‘avviso ai naviganti’, ossia a Parlamento e Regioni. Come? Ha riportato al centro un tema rimasto in sospeso per anni e a lui da sempre molto caro e attenzionato: il futuro delle Province. Un nodo mai sciolto dopo la riforma del 2014, che secondo il Presidente della Repubblica halasciato gli enti in una situazione di incertezza istituzionale e operativa, con effetti visibili sui territori: “Le Province non possono essere destinate a un eterno limbo”, ha detto ricordando poi che la loro presenza è prevista dalla Costituzione come parte integrante della Repubblica, alla pari di Comuni, Regioni e Città metropolitane. Il Capo dello Stato ha spiegato che la legge del 2014 è nata pensando a una modifica costituzionale che poi non si è concretizzata. Il risultato è stato un percorso rimasto a metà, con funzioni ridefinite solo in parte, competenze ridotte o dubbie e un quadro normativo non coerente con la Carta. Una transizione, l’hadefinita, che non era stata completata e che continua a produrre effetti negativi. Non solo nelle relazioni tra istituzioni, ma soprattutto nei servizi offerti ai cittadini. Mattarella ha insistito su questo punto: l’indebolimento degli enti non è un fatto tecnico, ma ha avuto ricadute dirette sulla fruibilità dei diritti e sulle opportunità che gli enti locali avrebbero dovuto garantire.

Prospettiva più ampia

Nel suo ragionamento all’interno della plenaria dell’Unione delle Province d’Italia il Presidente ha invitato a considerare la questione in una prospettiva più ampia. Il ruolo delle Province riguarda il rapporto tra territorio e istituzioni, il principio di sussidiarietà e la capacità dello Stato di mantenere un sistema amministrativo coerente con quanto previsto dalla Costituzione. Limitarsi a gestire l’emergenza o a rinviare le scelte significa, haaggiunto, rimanere dentro una “mediocre condizione di provvisorietà” che finisce per bloccare progettualità e interventi strutturali.
Una parte rilevante dell’intervento di Mattarella ha riguardato il rapporto tra le Province e i cittadini. Nonostante il dibattito politico spesso oscillante, secondo il Capo dello Stato le Province restano percepite come punto di riferimento concreto, in particolare nei territori non metropolitani. Un motivo in più per cui non possono essere lasciate in una zona grigia. Se la Costituzione riconosce loro autonomia, statuti e funzioni, ènecessario che quella previsione trovi un riscontro nell’organizzazione dello Stato. Da qui il richiamo a Parlamento e Regioni perché avviino un percorso chiaro, capace di riordinare le competenze e di superare normative regionali frammentate, anche alla luce degli esiti del referendum del 2016.

Capitolo Pnrr

Il Presidente ha poi richiamato il ruolo delle Province nell’attuazione del Pnrr, in particolare nel capitolo legato all’edilizia scolastica. Un lavoro che, ha tenuto a precisare, staprocedendo con efficacia e che non deve essere ostacolato da incertezze istituzionali o da carenze di risorse. Negli anni, infatti, la sospensione del modello organizzativo ha prodotto squilibri finanziari negli enti, accumulati mentre il quadro normativo restava fermo. Per Mattarella serve ora un confronto serio con Governo e Parlamento per ristabilire equilibrio e coerenza.
Alla fine Mattarella ha ribadito la necessità di affrontare la questione con “animo repubblicano”, richiamando la collaborazione tra istituzioni e forze politiche. Una cooperazione che, nelle sue parole, deve avere al centro non le convenienze del momento, ma la possibilità di garantire diritti e servizi in modo uniforme. “Il futuro è in movimento”, ha precisato, “e dobbiamo essere capaci di progettarlo mentre siamo in cammino”. Un invito a chiudere una stagione di sospensioni e a scegliere finalmente quale ruolo dare agli enti provinciali nella struttura della Repubblica.

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