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Kiev accetta i colloqui, Trump detta le condizioni. L’Europa teme un accordo al ribasso

Secondo un’inchiesta il piano sarebbe stato scritto a Miami insieme a un oligarca russo sottoposto a sanzioni.
domenica, 23 Novembre 2025
2 minuti di lettura

Kiev avvierà nei prossimi giorni in Svizzera consultazioni con gli Stati Uniti sui parametri di un possibile accordo di pace con la Russia. Lo ha annunciato Rustem Umerov, spiegando che l’Ucraina entra nel confronto con una chiara idea dei propri interessi. Resta l’ultimatum di Donald Trump, che pretende una risposta positiva al piano in ventotto punti entro il ventisette novembre, avvertendo che un no esporrebbe Kiev a un’intesa futura “più sfavorevole”. La delegazione sarà guidata da Andriy Yermak e comprenderà Umerov, il capo dell’intelligence Kyrylo Budanov e alti funzionari militari e di sicurezza. Zelensky ribadisce che la pace deve garantire sicurezza e giustizia e che Kiev non accetterà soluzioni che consacrino vantaggi strategici per Mosca. Secondo Reuters la bozza del piano è nata a ottobre a Miami, in un incontro tra l’inviato speciale USA Steve Witkoff, Jared Kushner e il capo del fondo sovrano russo Rdif, Kirill Dmitriev, sotto sanzioni americane. Il documento prevederebbe la rinuncia a territori orientali, il riconoscimento della Crimea come russa, limiti permanenti all’esercito ucraino e la rinuncia alla Nato. Una parte dell’amministrazione statunitense non sarebbe stata informata, alimentando sospetti su un canale parallelo favorevole a Mosca.

La posizione europea

In Europa prevale la diffidenza. Il ministro della Difesa polacco Kosiniak Kamysz ricorda che nessun Paese UE ha dato mandato a Washington per negoziare. Da Roma, Tajani insiste che l’Europa deve essere protagonista, mentre Guido Crosetto giudica il piano troppo duro per l’Ucraina, pur considerandolo un possibile punto di partenza. Il ministro ucraino Sybiha riferisce di una telefonata con Francia, Regno Unito, Polonia, Finlandia, Kaja Kallas e rappresentanti di Italia e Germania per allineare le prossime mosse e mantenere la pressione sulla Russia.

L’ultimatum di Trump

Trump mantiene un tono ultimativo: Zelensky “dovrà approvare il piano, altrimenti sarà guerra”, ripetendo che il leader ucraino “non ha carte”. Il vicepresidente Vance definisce “fantasia” pensare che l’Ucraina possa vincere con più armi o sanzioni e sostiene che un accordo deve preservare la sovranità ucraina ma restare accettabile anche per Mosca. La tensione è aumentata dopo l’incontro di ieri sera a Kiev tra il segretario all’Esercito USA Driscoll e gli ambasciatori alleati: secondo FT e Guardian è stato “nauseante”. Driscoll avrebbe definito questa “la migliore offerta possibile”, mentre diversi ambasciatori l’hanno giudicata una vittoria strategica per la Russia.

Ryabkov e i “progressi impressionanti” con Washington

Per il viceministro russo Ryabkov, i contatti con gli Stati Uniti non si sono mai interrotti e il dialogo registra “progressi impressionanti”. Non esclude un nuovo incontro Putin-Trump e accusa l’Europa di avere creduto di poter infliggere una sconfitta strategica a una potenza nucleare. Prima o poi, sostiene, servirà riconoscere la necessità di una nuova base di coesistenza.

Il fronte militare

La guerra continua a produrre tensione sul terreno. Mosca denuncia un attacco ucraino con droni nella regione di Samara, con due morti. Kiev rivendica la riconquista di oltre quattrocentotrenta chilometri quadrati a nord di Pokrovsk. La Romania ha fatto decollare due F sedici dopo l’avvistamento di un drone vicino a Izmail: nessuna violazione dello spazio aereo, ma la situazione conferma la vulnerabilità del fianco orientale della Nato. Bucarest ricorda la nuova legge contro l’uso non autorizzato di droni.

Scambi di prigionieri

Intanto trentuno civili ucraini liberati dalle carceri bielorusse sono rientrati ieri a Kiev, con un ringraziamento ufficiale a Stati Uniti e amministrazione Trump per il ruolo negli scambi con Minsk e Mosca. È uno dei pochi segnali concreti di dialogo mentre si avvicina la scadenza del ventisette novembre e si allarga la distanza tra chi vuole una pace immediata e chi avverte che non può coincidere con gli obiettivi dell’aggressore.

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