“Christmas creep” e l’arrivo sempre più anticipato del Natale

Ogni anno il Natale sembra arrivare sempre prima, insieme all’ansia che accompagna i preparativi di questa festività. Tutto ciò è dovuto al “Christmas creep”, letteralmente “l’insinuarsi del Natale”, un fenomeno per cui i negozi espongono oggetti, decorazioni e musica natalizia molto prima dell’inizio della stagione dello shopping. Questo fenomeno però si è esteso anche alla quotidianità della comunità e del singolo individuo
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Vi è mai capitato girando per la città verso metà ottobre di vedere le strade che cominciano già a riempirsi di lucine natalizie, le vetrine piene di decorazioni e i negozi che già hanno allestito il reparto “Natale”? Sicuramente sì e anzi ogni anno sembra che l’ansia prenatalizia arrivi sempre prima.

Che cos’è il “Christmas creep”

Tutto ciò altro non è che il Christmas creep, si può tradurre come “l’insinuarsi del Natale”, un fenomeno di “merchandising”, per cui i negozi espongono oggetti, decorazioni e musica natalizia sempre più anticipatamente rispetto alla ricorrenza. Il dizionario online Merriam-Wester spiega il termine come: “Il graduale allungamento del periodo natalizio, con esposizioni sempre più anticipate di luci, ghirlande e alberi decorati, insistenti pubblicità di saldi natalizi per il profitto consumistico e il suono familiare di canzoni che tutti conoscono, ma che non dovrebbero mai essere ascoltate nei luoghi pubblici durante il mese di ottobre”. Il termine fu usato per la prima volta a metà Anni ’80, ma il fenomeno è antecedente e risalirebbe addirittura al 1910. L’obiettivo dei negozi è quello di prolungare per più tempo possibile la stagione degli acquisti per far sì che i consumatori tornino più volte a comprare. Inoltre, un inizio anticipato aiuta a gestire meglio la logistica e le scorte, evitando l’esaurimento dei prodotti più richiesti.

Fenomeno sociale nel mondo reale e virtuale

Un fenomeno che gioca su logiche di mercato ben precise, che ormai non si applicano alle sole vendite dei negozi, ma anche alle prenotazioni di viaggi o alla decisione di vivere una determinata esperienza. Su Instagram e TikTok sono sempre più numerosi i video dei mercatini di Natale in giro per l’Europa, aperti da metà novembre fino ai primi di gennaio, pieni di giostre, stand, cioccolata calda e vin brûlé e soprattutto spettacoli di luce, che agiscono come una scintilla che accende il desiderio delle persone di prenotare il primo volo per partire e vivere quelle esperienze che i video rendono così attrattive. Ma poi attrattive lo sono davvero o è solo “hype”?

Un caso, quindi, che ormai si è insinuato nella quotidianità dei singoli, della comunità e dei media. Negli ultimi anni, quando si avvicina questo periodo, ecco che riappaiono nelle classifiche musicali globali canzoni come “Last Christmas” degli Wham! e “All I Want for Christmas is You” di Mariah Carey. Anche il cinema negli ultimi anni ha iniziato ad anticipare l’uscita dei film natalizi. L’anno scorso il film “Uno Rosso” con Dwayne Johnson, Chris Evans e Lucy Liu, distribuito da Warner Bros Pictures, è uscito il 7 novembre al cinema, più di un mese prima del Natale.

Non solo girando per negozi, quindi, ma anche ascoltando musica e cambiando canale o semplicemente “scrollando” sui social siamo invasi da video sull’estetica natalizia, il cibo, le case decorate, i vestiti da indossare e i trucchi da realizzare per le festività. Come ogni anno, il primo novembre, all’indomani di Halloween, Mariah Carey pubblica il solito video annuale sulle note iconiche di “All I Want for Christmas is You” e si “scongela” con l’acuto “It’s time”.

Per non parlare delle centinaia di video virali di persone che iniziano a decorare la casa e a mettere da parte tutti gli oggetti autunnali, a cominciare da quelli di Halloween, per fare spazio ad alberi, statuine dello Schiaccianoci e indossare pigiami a tema. I video di “una mamma in Utah appena arriva il primo novembre” di Jane Williamson e quello della coppia Micah e Sarah Wallace sono la chiara manifestazione di come il “Christmas creep” abbracci oggi non solo l’aspetto economico, ma anche quello sociale.

Gli aspetti positivi e quelli negativi

È evidente quanto tale fenomeno sia penetrato nella nostra quotidianità e quanto spazio occupi, ma non mancano le critiche. Molti lamentano, infatti, che questa anticipazione eccessiva delle festività generi stress e ansia, perché ci si sente obbligati a cominciare i preparativi e a fare acquisti con largo anticipo, preoccupandosi poi del peso che questa frenesia avrà nelle proprie tasche. Altri invece ritengono che questo fenomeno commercializzi eccessivamente il Natale, spogliandolo del suo significato più profondo e spirituale. A questo si aggiunge la sensazione di saturazione, a causa della quale si rischia di perdere la “magia” della festa. Per non parlare del fatto che tale anticipazione non permette di vivere completamente le festività precedenti, come Halloween o il “Giorno del Ringraziamento”, che, soprattutto negli Stati Uniti, sono molto sentite.

Per molti invece il “Christmas creep” ha anche i suoi lati positivi, per la possibilità di pianificare meglio gli acquisti e l’organizzazione del proprio tempo e del budget. E non bisogna dimenticare che per tanti il prolungarsi del periodo natalizio equivale a una felicità più duratura, a sentimenti piacevoli e a una tranquillità che solo il Natale sa trasmettere.

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