Coloni israeliani hanno dato fuoco alla moschea di Hajja Hamida, situata tra Deir Istiya e Kafr Haris, nel nord della Cisgiordania. Lo riferisce l’agenzia palestinese Wafa, secondo cui i residenti locali sono riusciti a intervenire in tempo per evitare che le fiamme si estendessero all’intero edificio religioso. Sui muri della moschea sono comparse scritte offensive. L’attacco si inserisce in una serie di episodi di violenza in aumento nelle ultime settimane in Cisgiordania, dove organizzazioni palestinesi e osservatori internazionali denunciano un deterioramento costante della sicurezza.
Bennett contro una forza internazionale a Gaza
Intanto l’ex Primo Ministro israeliano Naftali Bennett ha criticato con forza l’ipotesi che il controllo della sicurezza nella Striscia di Gaza possa essere affidato a una forza internazionale o multinazionale. In una dichiarazione diffusa oggi, Bennett ha affermato che una simile scelta “mette a repentaglio la sicurezza di Israele”, citando in particolare il possibile coinvolgimento della Turchia. Secondo l’ex Premier, considerato un potenziale candidato alla guida del governo nelle prossime elezioni, una partecipazione del Qatar equivarrebbe a “una Oslo sotto steroidi”, richiamando gli Accordi del 1993. Per Bennett, affidare il futuro di Gaza a Paesi come Qatar – definito “finanziatore di Hamas” – ed Erdogan significherebbe “cedere il controllo del nostro destino”.
Gli Stati Uniti stanno lavorando a una bozza di risoluzione da sottoporre al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per dare mandato operativo a una Forza internazionale di stabilizzazione a Gaza, in vista della fase post-bellica e della gestione del cessate il fuoco in vigore dal 10 ottobre.
“Le Idf devono poter intervenire senza restrizioni”
Bennett ha ribadito la necessità che le Forze di difesa israeliane mantengano piena libertà d’azione per “affrontare le minacce quando sono piccole, prima che si trasformino in mostri terroristici”, richiamando gli attacchi del 7 ottobre come monito. L’ex Premier ha inoltre criticato il centro di comando statunitense istituito a Kiryat Gat per monitorare il cessate il fuoco nella Striscia, sostenendo che i militari israeliani non dovrebbero dipendere da approvazioni esterne. “Come siamo arrivati al punto che i nostri soldati devono richiedere l’autorizzazione del quartier generale americano? Israele non è un protettorato”, ha dichiarato.



