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Kiev smentisce la resa a Pokrovsk, ma le truppe russe avanzano su più fronti

Zelensky sospende il ministro indagato per corruzione. I servizi russi denunciano un complotto ucraino per creare un casus belli con la Nato
giovedì, 13 Novembre 2025
2 minuti di lettura

Ieri lo Stato maggiore ucraino ha contato 217 scontri. Il settore di Pokrovsk resta il più critico. Video geolocalizzati da media internazionali mostrano reparti russi che approfittano della nebbia per infiltrarsi ai margini della città. Kiev riconosce condizioni difficili ma respinge le voci su una resa dei marines nella direzione di Myrnohrad.

Il portavoce del 30esimo Corpo dei Marines ha definito quelle notizie un’operazione di disinformazione e assicura che le posizioni sono tenute infliggendo perdite all’avversario. Fonti partigiane filo-ucraine sostengono che Mosca continuerebbe a riversare rinforzi verso Pokrovsk a costo di perdite elevate. Kiev rivendica inoltre un attacco allo stabilimento petrolchimico Stavrolen nella regione di Stavropol a circa 700 chilometri dalla frontiera. Secondo lo Stato maggiore ucraino l’impianto produce materiali utili al complesso militare industriale russo e componenti per droni. Si riferiscono anche esplosioni in un deposito di munizioni a Novyi Svit in Donetsk.

Mosca da parte sua rivendica avanzate a ovest di Kupyansk e la presa del villaggio di Sukhyi Yar a sud di Pokrovsk. L’esercito ucraino riferisce di essersi riposizionato su linee più vantaggiose nell’area di Rivnopillia dopo bombardamenti intensi. Fonti russe parlano anche di arretramenti ucraini in cinque villaggi della regione di Zaporizhzhia. Nella giornata sono state segnalate forti esplosioni a Kharkiv con raid che secondo Kiev hanno colpito anche infrastrutture civili.

Intanto Zelensky ha diffuso un filmato che mostra droni intercettori ucraini in azione contro droni russi. Il presidente parla di risultati in netto miglioramento e annuncia l’espansione della produzione congiunta con i partner. L’aeronautica ucraina sostiene di avere abbattuto 90 dei 121 droni lanciati da Mosca nella notte. Il gestore di rete Ukrenergo denuncia nuovi attacchi a impianti energetici in più regioni. Dal canto suo il ministero della Difesa russo afferma di avere distrutto 22 droni ucraini sopra varie oblast russe.

Corruzione e governo

Sul fronte interno, Zelensky ha chiesto la rimozione dei ministri coinvolti nelle inchieste. La premier Svyridenko ha sospeso il ministro della Giustizia Herman Galushchenko. Le funzioni passano alla viceministra Liudmyla Sugak fino al termine delle indagini. Il Cremlino commenta che in Europa crescerebbe la consapevolezza su fondi sottratti a Kiev. Kiev respinge accuse e insiste sul proprio percorso di riforme.

Diplomazia e aiuti

Il quadro internazionale appare sempre più complesso. Mosca riferisce che i contatti con Washington proseguono seppure in forma limitata. Il Cremlino cita anche un contatto con il consigliere britannico Jonathan Powell che però non ha avuto seguito. Sui negoziati con Kiev non ci sono novità, mentre da Ankara arrivano segnali di una possibile ripresa degli scambi di prigionieri. Sul fronte del sostegno a Kiev, Londra stanzia tredici milioni di sterline per riparazioni urgenti della rete energetica in vista dell’inverno. In Europa continua il confronto sull’uso dei proventi degli asset russi congelati per un prestito da centocinquanta miliardi.

La Norvegia esclude di farsi unica garante, ma non chiude a un contributo. Mosca avverte il Belgio che sarebbe responsabile dell’eventuale utilizzo dei capitali custoditi sul suo territorio. Nel frattempo Vladimir Putin è atteso in India il cinque dicembre per colloqui con Narendra Modi e per firmare un pacchetto di accordi. I servizi russi sostengono di avere sventato un piano ucraino contro il metropolita Tikhon, accusa respinta da Kiev. In Georgia l’opposizione denuncia nuove incriminazioni contro l’ex premier Giorgi Gakharia, interpretandole come parte di una stretta contro i critici del partito di governo.

Minacce ibride e sicurezza Ue

La procura federale belga indaga su almeno diciassette episodi di sorvoli di droni vicino a basi, aeroporti e siti sensibili. Non si esclude la regia di uno Stato ma al momento non ci sono attribuzioni ufficiali. Intanto l’Onu stima in tredicimila e cinquecento chilometri quadrati le acque ucraine potenzialmente contaminate da mine ed esplosivi tra Dnipro laghi e litorale del Mar Nero. Le operazioni di bonifica subacquea hanno coperto una frazione minima.

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