È un botta e risposta acceso quello che sta animando il dibattito politico sulla manovra economica e sulla questione fiscale. Ma andiamo con ordine e partiamo con la cronaca della giornata di ieri che è iniziata con un post di Giorgia Meloni con il quale ha voluto ribadire la posizione del suo Esecutivo: “Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della Sinistra. È rassicurante sapere che, con la destra al Governo, non vedranno mai la luce”. Inutile dire che tale messaggio non ha fatto altro che riaccendere il confronto tra maggioranza e opposizione sul tema delle tasse e della redistribuzione, con Pd, M5S e Avs che hanno accusato l’Esecutivo di aver aumentato la pressione fiscale e di favorire i redditi più alti.
“Con la destra tasse ai massimi da dieci anni”
Durissima per esempio la risposta della Segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, che in una nota ha replicato: “Con Giorgia Meloni al governo la pressione fiscale è salita al 42,8%, il livello più alto degli ultimi dieci anni. Lo dicono i dati ufficiali. Questa manovra premia i più ricchi e abbandona il ceto medio. L’85% delle risorse dell’Irpef andrà alle famiglie più abbienti, non a chi fa fatica ad arrivare a fine mese”. La leader dei democraticiha definito la legge di bilancio “una manovra dei salassi per famiglie e imprese», accusando la premier di «sostenere una propaganda fiscale che non corrisponde alla realtà”. A rincarare la dose è arrivato anche il Presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte che su Facebook ha accusato Meloni di “fare caciara per nascondere la realtà. Il Governo Meloni ha stabilito il record di pressione fiscale degli ultimi dieci anni. Ha aumentato accise, Iva e tasse su famiglie e imprese. E ora pensa di cavarsela dando due euro al mese ai lavoratori».
Conte ha anche ironizzato su un volume consegnato simbolicamente al Premier: “Le ho regalato un libro sulle tasse che ha aumentato. Lo ha letto?”.
“Un autogol comunicativo della Sinistra”
Dal fronte centrista, il leader di Italia viva Matteo Renzi, ha scelto un tono più analitico, ma non meno polemico: “Meloni ha alzato la pressione fiscale, ma riesce a presentarsi come paladina dei cittadini contro lo Stato esattore. Questo perché la Sinistra continua a parlare di patrimoniale, regalando al Presidente del Consiglio un vantaggio comunicativo enorme”. Per Renzi si tratta di “un errore strategico. Più la Sinistra insiste sul super-prelievo, più Meloni può difendersi da una posizione di forza. È l’ABC della comunicazione: così si perdono le partite”.
Anche Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana e deputato di Avs, ha replicato alle parole di Meloni durante un’intervista a SkyTg24: “Non è rassicurante che con la Destra al governo aumentino le persone in povertà. Tra il 2023 e il 2024 un milione di italiani ha rinunciato a curarsi perché non può permetterselo”. Fratoianni ha accusato l’Esecutivo di ignorare il problema dei salari e del caro vita: “Gli stipendi sono fermi da trent’anni, il costo della vita corre. E la destra ha detto no anche al salario minimo”.
Tajani e Gasparri contro la Cgil
Dalla maggioranza, intanto, è arrivata una controffensiva anche sul fronte sindacale. Il Vicepremier Antonio Tajani ha criticato lo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 12 dicembre, definendolo “una mobilitazione politica. La Cgil è sempre contro. Non firma i contratti e organizza scioperi di venerdì. Landini sembra voler fare il leader della Sinistra più che il sindacalista”. Più ironico il Capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri: “A Landini segnalo che è inutile fare sciopero il 26 dicembre, è festa. Indice sempre scioperi di venerdì per far fare il ponte alla gente. È uno che col lavoro ha un’idiosincrasia: per lui è sempre domenica”.



