Il Presidente venezuelano Nicolás Maduro ha dichiarato il 3 novembre che la cooperazione militare con la Russia di Vladimir Putin è “serena, costante e molto proficua”, rispondendo indirettamente alle minacce del presidente statunitense Donald Trump, che nei giorni scorsi aveva annunciato il dispiegamento della portaerei USS Ford nel Mar dei Caraibi e definito Maduro “un leader agli sgoccioli”. In un’intervista trasmessa dalla televisione di Stato, Maduro ha affermato che il suo governo mantiene una “comunicazione quotidiana e permanente” con Mosca su “molti temi in corso”, tra cui la difesa strategica e la manutenzione di sistemi radar e aerei militari. Secondo fonti del Washington Post, Caracas avrebbe chiesto anche missili e supporto tecnico per rafforzare le proprie capacità di risposta in caso di escalation. La tensione tra Venezuela e Stati Uniti è tornata ai massimi livelli dopo che Trump ha minacciato tagli ai fondi federali per New York se il candidato sindaco Zohran Mamdani sarà eletto, e ha intensificato la pressione su Caracas con esercitazioni navali e raid contro imbarcazioni sospette. Maduro ha risposto cercando sponde internazionali, scrivendo anche al presidente cinese Xi Jinping e al leader iraniano Ebrahim Raisi per avviare una “cooperazione militare estesa”. Il ministro degli Esteri venezuelano Yvan Gil ha accusato l’Unione Europea di “non far arrivare nemmeno un euro alla popolazione” e ha ribadito che il Venezuela “non si farà intimidire”. Intanto, il governo ha rafforzato le esercitazioni congiunte con reparti russi e ha annunciato l’arrivo di consiglieri militari stranieri. Il Pentagono monitora la situazione e ha confermato che “tutte le opzioni restano sul tavolo”.



